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Imporre il cognome paterno ai figli è costituzionale? La Consulta solleva ancora la questione

L’articolo 262 del codice civile disciplina il cognome del figlio nato fuori dal matrimonio: non consente ai genitori, anche se d’accordo, di dare al figlio il solo cognome materno. Di fatto, si impone quello paterno. Tutto questo è costituzionale? La Consulta ha sollevato questa questione che non è affatto nuova, ma che rimane ancora irrisolta.
A cura di Giusy Dente
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L’articolo 262 del codice civile al primo comma regolamenta l’attribuzione del cognome di un figlio nato al di fuori del matrimonio. “Il figlio (naturale) assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto” si legge nel testo, ma la situazione cambia se a effettuare il riconoscimento sono i due genitori insieme, perché in quel caso “il figlio (naturale) assume il cognome del padre”. Ma perché non quello materno? La questione è stata sollevata dalla Corte costituzionale e potrebbe aprire uno squarcio in una tradizione che sembrava intoccabile. La Consulta, infatti, si è interrogata sulla costituzionalità di questa automatica attribuzione del cognome paterno, già dibattuta in passato ma senza mai concretizzare definitivamente un cambiamento.

Mamma e papà devono avere pari dignità giuridica

Cognome della mamma o cognome del papà, questo è il problema. Ed è un problema che chiama direttamente in causa codice civile e costituzione. La Consulta, infatti, ha deciso di interrogarsi sul problema della costituzionalità di un articolo del codice civile. I giudici si sono riuniti in camera di consiglio per esaminare una questione non del tutto nuova. Già un anno fa il tribunale di Bolzano si era rivolto alla Consulta per risolvere il caso della coppia che voleva dare al proprio figlio il cognome materno, unicamente quello. Questo, infatti, a oggi non è possibile. E qui sorge la spinosa questione della possibile incostituzionalità di tutto questo, che chiama in causa diverse implicazioni: il ruolo materno all’interno della coppia, il diverso peso dato alla figura di mamma e papà anche dal punto di vista civile. Qui, infatti, sembra esserci una gerarchia tra i due sessi, più che un pari riconoscimento.

I genitori sono uguali

Cinque anni fa la Consulta aveva dato il via libera alla parità di diritti, in merito all'attribuzione del cognome, ma da allora nessuna riforma è mai stata realmente portata a compimento. Ora che i ruoli all’interno della famiglia e della società sono stati ridefiniti su basi più egualitarie è giunto il momento di rendere le madri e i padri uguali anche dal punto di vista giuridico, dando loro lo stesso peso. Ecco perché in quest’ottica non è ammissibile che il cognome da dare a un figlio riconosciuto, nato fuori dal matrimonio, debba essere necessariamente quello paterno o al massimo entrambi. Lo step successivo potrebbe quindi essere il riconoscimento alle coppie della possibilità di dare unicamente il cognome materno.

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