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Il Washington Post ha il suo primo direttore donna: è Sally Buzbee

Il Washington Post ha un nuovo direttore, che prende il posto di Martin Baron. Per la prima volta nella storia del giornale, nato 144 anni fa, sarà una donna a prenderne il timone. Si tratta della 55enne Sally Buzbee, che vanta alle sue spalle una trentennale carriera in Associated Press.
A cura di Giusy Dente
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Sally Buzbee
Sally Buzbee

Sally Buzbee è la nuova direttrice del Washington Post; è la prima donna che ottiene questo prestigioso incarico dopo ben 144 anni di storia del giornale, famoso soprattutto per le sue fotografie e i suoi reportage. La giornalista è al momento direttore esecutivo e vicepresidente dell'Associated Press, dove ha lavorato per circa 30 anni. Prenderà a giugno il posto di Martin Baron, andato in pensione a fine febbraio. Dal primo giorno del mese toccherà a lei guidare la redazione del giornale: circa un migliaio di persone (nel 2013 erano la metà). Questa importante nomina al femminile nel mondo del giornalismo fa seguito a quella di aprile, che ha visto protagonista però una donna italiana: Alessandra Galloni ha preso il timone dell'agenzia di stampa Reuters. Ancora prima era stata la volta della britannica Roula Khalaf, nominata a capo del Financial Times.

Svolta al femminile al Washington Post

Il Washington Post ha cominciato le sue pubblicazioni nel 1877 e in questa lunga e gloriosa storia non c'è mai stata una direttrice donna. La prima che ha l'onore di ricoprire questo incarico è Sally Buzbee. La 55enne ha maturato una lunga esperienza presso l'AP, iniziando nel 1988 come reporter e proseguendo come redattore di guerra, per poi continuare con incarichi di responsabilità: da direttore esecutivo a vicepresidente senior. Il suo predecessore Martin Baron ha diretto il Post dal 2012 al febbraio del 2021. In questi otto anni il giornale è cresciuto tantissimo: ci sono stati ben 10 premi Pulitzer e molti altri premi giornalistici, sotto la sua guida. Dal canto suo, la Buzbee è stata scelta per le sue doti da leader e il suo coraggio, che hanno convinto l'editore Fred Ryan a credere in lei, affinché si potesse proseguire la linea audace della testata, puntando a una crescita dei lettori sia negli USA che all'estero: è questo l'obiettivo a lungo termine. Ma si è tenuto conto anche di un'ottica inclusiva: "Abbiamo cercato qualcuno che condividesse i nostri valori di diversità e inclusione e che si impegnasse a dare a questi temi priorità nella nostra copertura giornalistica, nonché nelle nostre assunzioni e promozioni" ha detto. Proseguono insomma le buone notizie all'insegna della parità di genere. La nomina di Kamala Harris a vice presidente ha certamente dato una notevole spinta al sostegno delle donne, alla loro valorizzazione e realizzazione in ruoli di potere e al vertice, non più esclusivo monopolio maschile.

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