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Il trionfo delle scienziate: il Premio Nobel per la Chimica 2020 va per la prima volta a due donne

Il Nobel per la Chimica 2020 è stato assegnato a due scienziate che hanno messo a punto un metodo di riscrittura del DNA. La francese Emmanuelle Charpentier e l’americana Jennifer Doudna hanno aperto le porte a nuove possibili terapie per curare i tumori e le malattie ereditarie. Ma non solo: hanno anche dato un segnale importante alle giovani appassionate di scienza e ricerca.
A cura di Giusy Dente
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La scienza non è più un affare da uomini e ciò vale per molti altri settori che un tempo erano tradizionalmente associati al mondo maschile. Questo 2020 ha visto il trionfo di ben due scienziate nel corso della premiazione più attesa dell’anno: l’attribuzione dei Nobel. Quello per la Chimica è andato ad Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna, che si sono imposte per i loro meriti e per il loro impegno nella ricerca. Le due scienziate hanno lavorato per perfezionare la tecnica della Crispr che, come ha evidenziato la commissione che assegna i premi: «ha avuto un impatto rivoluzionario sulle scienze della vita, sta contribuendo alla scoperta nuove terapie contro il cancro e può realizzare il sogno di curare le malattie ereditarie». Soprannominata "le forbici genetiche", questa tecnica rivoluzionaria permette di modificare il DNA riscrivendolo, aprendo così le porte a infinite possibilità di ricerca e dando speranza a tanti malati in attesa di terapie che possano migliorare la loro qualità della vita.

Il Nobel per la Chimica 2020 è al femminile

L'americana Jennifer A. Doudna è nata nel 1964 e lavora presso l'University of California. La collega francese Emmanuelle Charpentier, classe 1968, è invece direttrice dell’unità per la Scienza dei Patogeni dell’istituto Max Planck di Berlino. Nella storia dei Nobel per la Chimica, che vengono assegnati dal 1901, è la prima volta che a vincere sono due donne contemporaneamente. Era toccato la prima volta a Irene Joliot-Curie nel 1935 e l'ultima a Frances Arnold nel 2018, ma l'elenco di donne in questi oltre cent'anni di storia è piuttosto breve: solo cinque, a cui ora si aggiungono Doudna e Charpentier. Il loro trionfo è storico perché costituisce un punto di arrivo importante e lancia un messaggio che può fare la differenza nel futuro. Le donne possono lavorare nella ricerca, c’è spazio anche per loro: le due scienziate lo hanno ribadito forte e chiaro. Hanno spronato le giovani ad appassionarsi alle materie scientifiche e a seguire con convinzione questa strada, se la ritengono quella giusta e se sentono di poter contribuire in modo positivo, senza farsi ostacolare da obsoleti schemi “di genere”. Per questo motivo le Nazioni Unite hanno proclamato l’11 febbraio come Giornata delle donne e delle ragazze nella scienza, patrocinata dall'Unesco. Lo scopo è proprio ricordare che la partecipazione delle donne in questo settore di vitale importanza deve essere incoraggiata, senza mai far prevalere disparità di genere, ma anzi garantendo pari opportunità nell'avanzamento della carriera.

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