Il sorriso di Leopoldine sul red carpet di Cannes: la disabilità non impedisce di realizzare i sogni
Uno dei primi personaggi interpretati da Leopoldine Huyghues Despointes è stato quello nel film Atlantic Avenue, di Laure de Clermont. Il cortometraggio della regista francese aveva lo scopo di rompere dei tabù affrontando tre questioni delicate in modo molto onesto e diretto: sessualità, prostituzione, disabilità. Leopoldine, proprio come il suo personaggio, è in sedia a rotelle e come lei nella sua vita non ha mai lasciato che questo costituisse un ostacolo, un impedimento nella realizzazione dei suoi sogni, in primis quello del cinema. Il suo scopo è dare punti di vista diversi e offrire nuove prospettive sul tema della diversità.
Disabilità non significa impossibilità
Leopoldine Huyghues Despointes e sua sorella hanno la stessa malattia genetica: l'osteogenesi imperfetta, comunemente nota come malattia delle ossa fragili. L'attrice è in sedia a rotelle, ma è sempre stata cresciuta senza limiti: le è stato insegnato che nulla è impossibile e che passioni, sogni e obiettivi vanno coltivati senza freni, né autoimposti né imposti dalla società. Per questo sin da piccola scia e va a cavallo, ha studiato pianoforte recitazione e canto e dalla Francia è volata negli Usa per diventare un avvocato specializzato nei diritti dei disabili. L'esordio nel mondo del cinema c'è stato in qualità di attrice e produttrice in Atlantic Avenue, ma è anche direttrice dell'associazione no profit da lei fondata: la (Dis)ABLED Visionaries è quotidianamente impegnata nella normalizzazione della disabilità e della diversità, per dimostrare che una sedia a rotelle non è un impedimento al raggiungimento della felicità e del successo.
Leopoldine Huyghues Despointes a Cannes
"Sono grata di aver potuto rappresentare la nostra comunità nella settima arte": così, entusiasta e felice, ha commentato la sua presenza al Festival di Cannes Leopoldine Huyghues Despointes. L'attrice nelle Instagram Stories ha condiviso le foto di quel momento così significativo, sul tappeto rosso della più prestigiosa kermesse cinematografica. Lei era presente alla proiezione di France, film in concorso di Bruno Dumont. Per lei non è la prima volta: era presente anche alla 71esima edizione, per il film Le monde est à toi.
La diversità al Festival di Cannes
Parità di retribuzione, lotta alla violenza di genere, rispetto della diversità: sono gli aspetti su cui l'industria cinematografica sta cercando di migliorare, ma tanto ancora c'è da fare. Sul fronte femminile, il 2018 è stato l'anno della svolta storica: 82 donne sul red carpet con Cate Blanchett presidente di giuria. Certamente il #MeToo e il caso Weinstein hanno dato una spinta importante nel sensibilizzare su alcune questioni da tempo taciute nel mondo dei media e dell'audiovisivo. Non a caso, proprio nella cornice della kermesse il 9 luglio scorso la Commissione europea ha dato il via alla campagna CharactHer, per sensibilizzare su diversità di genere e inclusione nel settore. Inclusione significa rispetto e possibilità per tutti, per ogni forma di diversità e di minoranza, compresa la sfera della disabilità. Questo è ancora un tabù nella nostra società, per questo il sorriso di Leopoldine sul red carpet è un bellissimo messaggio di accettazione e speranza, che può ispirare a inseguire sempre i propri sogni, superando i (spesso apparenti) limiti senza lasciarsi scoraggiare.