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Il ballo delle pazze, su Amazon: quando con la scusa dell’isteria ci si sbarazzava delle donne scomode

Il ballo delle pazze (Le Bal des Folles) è il film di Mélanie Laurent, tratto dall’omonimo romanzo di Victoria Mas. È disponibile su Amazon Prime Video. Ambientato nella Francia di fine Ottocento, ha per protagonista Eugénie, rinchiusa in un ospedale e additata come ‘isterica’. All’epoca molte famiglie si sbarazzavano in questo modo delle figlie scomode e ribelli, quelle che volevano una vita libera alla pari degli uomini.
A cura di Giusy Dente
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Il ballo delle pazze (Le Bal des Folles) è il film femminista di Mélanie Laurent da poco disponibile su Amazon Prime Video. È tratto dall'omonimo romanzo di Victoria Mas, che in Francia ha avuto un enorme successo diventando un vero e proprio caso editoriale. Ambientato a Parigi nel 1885, Il ballo delle pazze racconta di quanto la società patriarcale dell'epoca fosse ostile alle donne che invece aspiravano a qualcosa di più, o semplicemente non erano allineate a certi canoni di ‘normalità'. Molte di loro, proprio come la protagonista, finivano a Salpêtrière, un ospedale costruito due secoli prima da Luigi XIV che accoglieva quelle i cui disturbi venivano liquidati il più delle volte come isteria. I medici più che curare le pazienti le trattavano a mo' di cavie, sottoponendole a trattamenti disumani dalla dubbia valenza scientifica e dalla dubbia efficacia (dall’immersione in acqua gelida all'ipnosi fino all'isolamento prolungato). Erano vere e proprie torture a cui si sommavano violenze fisiche e sopraffazioni psicologiche. Il tutto, per controllare e tenere a bada le donne scomode.

Il ballo delle pazze, sadismo camuffato da scienza

Eugénie non è esattamente una tipa da debutto in società, una che sogna un buon matrimonio: è quella che, secondo i canoni dell'epoca, infrange il buon nome della famiglia col suo atteggiamento ribelle, è quella che vuole essere libera di andare nei circoli letterari a leggere e fumare, mischiandosi con gli ultimi, con i dimenticati. Vuole essere trattata alla pari di suo fratello, che gode di privilegi e piccoli piaceri a lei negati, per il solo fatto di essere donna. Siamo nella Francia di fine Ottocento, quando le donne scomode come Eugénie, quelle pericolose, quelle ‘diverse', quelle che non si volevano conformare agli stereotipi venivano allontanate, perché fonte di vergogna e imbarazzo per le loro rispettabilissime famiglie altoborghesi.

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Ad aggravare la posizione della ragazza, per nulla intenzionata a cedere al sessismo del suo mondo, un piccolo ma non trascurabile dettaglio: lei vede gli spiriti delle persone morte. Per suo padre questo è intollerabile e la porta all'istituto neurologico La Pitié Salpêtrière dal controverso dottor Charcot, che fu maestro di Freud. Qui non solo è testimone delle brutalità perpetrate nei confronti delle pazienti, ma stringe anche un legame molto profondo con l’Geneviève (interpretata dalla stessa regista), che si rivelerà la sua salvezza. Il loro rapporto raggiunge il culmine la sera del ballo, un rituale che realmente avveniva a Salpêtrière per volontà di Charcot, il quale metteva al centro di uno spettacolo discutibile le pazienti, più per diletto personale e per manie di protagonismo, che per amor di scienza.

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Il ballo delle pazze offre non solo spunti di riflessione sul ruolo della donna nella medicina, sugli errori commessi da quest'ultima. Ma fornisce uno spaccato su una realtà sociale disumana ben più ampia, dove il ruolo della donna era quello di personaggio secondario in una trama fatta per i soli uomini. Coloro che non si adeguavano e che non si rassegnavano a restare sullo sfondo, erano destinate all'oblio e come loro quelle che realmente avevano problematiche da curare, ma di certo non con i metodi barbari portati avanti dai noti professori dell'epoca. La sera del ballo la Parigi per bene si mischiava con le pazze, forse anche incuriosita da quelle donne, più che spaventata. Ma una volta messi lì tutti insieme, è davvero possibile distinguere le pazze dai sani?

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