Halston, genio e sregolatezza: la storia dello stilista maledetto in una serie tv Netflix
C'è stato un momento in cui ogni donna americana alla moda indossava un Halston. Questo nome, oggi semi sconosciuto, ha segnato un'epoca, creando lo stile elegante, sensuale e scintillante degli anni Settanta. C'è un prima e dopo Roy Halston nella moda americana, che con luì diventò sofisticata quanto quella francese. Allora perché il suo nome oggi non è più sulle prime pagine delle riviste di moda? La serie tv di Netflix "Halston" (disponibile dal 14 maggio) racconta la parabola umana dello stilista interpretato da Ewan McGregor, dal folgorante successo che l'ha reso una star fino al declino.
Roy Halston, dal fallimento a re dello Studio 54
Il successo di Roy Halston come stilista è nato da un fallimento, anzi, due: prima la sua boutique di cappelli, fallita perché alla fine degli anni Sessanta le donne smisero di imitare Jackie Kennedy e i suoi cappellini abbinati ai tailleur. Poi la prima linea di abiti che disegnò in proprio: zero ordinazioni, un fiasco totale. Austeri, coprenti, tutti bianchi e neri: un omaggio a Balenciaga, il suo stilista preferito, ma molto poco adatto alle donne americane.
Chiunque a quel punto si sarebbe arreso. Ma non Halston: il ragazzino scappato dall'Indiana per inseguire la bellezza e il successo a New York aveva una cieca e incrollabile fede nel suo talento. Ci riprovò, disegnando abiti leggerissimi e colorati, abiti che lasciavano le donne libere di muoversi. Per la sera, caftani e pepli, per il giorno gli abiti semplici e raffinati in ultrasuede, un materiale sintetico che ha la consistenza della pelle scamosciata ma resiste all'acqua (e quindi al lavaggio in lavatrice). Fu un successo: le newyorkesi più eleganti facevano la fila per entrare nel suo negozio.
Elsa Peretti, il braccio destro dello stilista
La scollatura all'americana? L'ha inventata lui. Il cardigan annodato sulle spalle? L'ha lanciato lui? Halston ha ridefinito lo stile americano, rendendolo accattivante, sensuale. Con lui, la moda americana smise di guardare dal basso verso l'alto quella europea. Riuscì a ottenere l'applauso anche dei francesi quando sfilò a Versailles nel 1973. Merito del suo formidabile intuito, ma anche di una squadra di modelle che erano influencer prima del tempo. Una su tutte, l'italiana Elsa Peretti (interpretata da Rebecca Dayan): molto più di una mannequin, fu il braccio destro di Halston prima di mettersi in proprio e disegnare gioielli per Tiffany. Le sue creazioni sinuose e moderne la resero una delle designer più note e celebrate: donna forte e volitiva, in anticipo sui tempi, Elsa Peretti è morta il 18 marzo 2021.
Il successo e il declino di Halston
Gli anni Settanta non sono stati solo un un decennio di blue jeans, zeppe e zampe di elefante: erano gli anni della rivoluzione sessuale, della disco music, dell'emancipazione e della libertà. Halston trasformò tutto questo in abiti scintillanti e svolazzanti, perfetti per andare a ballare allo Studio54, il tempio del glamour newyorkese e della disco music. E Halston era lì, tutte le notti con il suo circolo di amiche: Bianca Jagger (che davanti ai suoi occhi fece il leggendario ingresso a cavallo) Liz Taylor e soprattutto Liza Minnelli, qui interpretata dall'attrice Krysta Rodriguez. Liza Minnelli fu la sua più intima confidente e gli rimarrà fino alla fine, anche quando una vita di eccessi, feste e cocaina presentò il conto.
Per un decennio, il nome di Halston era ovunque: vestiti, profumi, calzini, biancheria per la casa, valigie, perfino nei grandi magazzini di JC Penney. A quel punto però era troppo: tra cambi di gestione e spregiudicate manovre finanziarie, il suo impero si sgretolò sotto i suoi piedi. Halston perse il controllo sul suo marchio e fu lasciato ai margini di un sistema, la moda a stelle e strisce, che lui stesso aveva contribuito a creare. Lo stilista è morto nel 1990, all'età di 57 anni, per le complicazioni legate all'Aids. Il suo nome però è entrato nella leggenda e ha cambiato per sempre la storia della moda.