Giovanni Ciacci positivo al Covid: «Quello che mi dispiace è la solitudine, sensazione terribile»
Nonostante i ripetuti controlli da marzo a oggi e tutte le accortezze del caso, Giovanni Ciacci ha scoperto con sorpresa di essere positivo al Covid-19. Ha personalmente informato i follower e coloro che lo seguono in tv attraverso un post su Instagram, che ha avuto immediato riscontro. Tanti i messaggi di affetto e tanta anche la vicinanza dimostrata dai colleghi. Attualmente è asintomatico, ma ha ovviamente paura di quello che potrebbe succedere nei prossimi giorni e, anche se sa che non dovrebbe, si sente in colpa verso le persone che ha incontrato nei giorni precedenti. A Fanpage.it ha spiegato bene questa sensazione e ha raccontato come sta vivendo la situazione.
Giovanni Ciacci positivo al Covid
Ogni mattina è il programma di Tv8 in cui attualmente è impegnato Giovanni Ciacci, un impegno lavorativo che dovrà sospendere vista la positività al Covid che lo ha costretto a cominciare un periodo di isolamento. Il risultato del test è stato uno shock per lui, come ha dichiarato a Fanpage.it e ha ammesso anche che la cosa peggiore con cui sta facendo i conti è un senso di colpa che, per sua stessa ammissione, sa bene che non avrebbe ragione di esistere. Attualmente è asintomatico. Intervistato da Fanpag.it ha rassicurato tutti dicendo: «Ad oggi non ho febbre né dolori né niente, ma domani potrebbe succedere il peggio. Non sai quello che può succedere».
Come stai? Hai comunicato poche ore fa sui social la tua positività al Covid…
Sono stato sempre molto controllato sin da marzo dell'anno scorso. L'ultimo periodo ho fatto tipo 18 tamponi, perché a Tv8 siamo molto controllati. Al tampone di mercoledì sono risultato positivo al Covid. Io non mollo, io ce la farò e speriamo che questa maledetta bestia non mi mangi prima lei! Vediamo come va! Perché sai, è una cosa che aspetti: devi solo aspettare. Non puoi fare nulla. Ti ritrovi senza armi, se non quella di stare in casa, chiuso, da solo e con l'affetto del pubblico, ma senza nessuno veramente accanto. Quindi già è una cosa bella forte. Non nego che ho pianto tanto. Sono stato sempre molto attento: sono uno che sta chiuso in camerino, che porta sempre la mascherina, che dopo il lavoro sta a casa, che nel weekend non esce.
Qual è stata la prima cosa che hai pensato?
Ho pensato a tutte le persone che avevo incontrato in quei giorni, ho cercato di ricostruire tutto. Una cosa che mi ha sconvolto è stata dover dichiarare tutto quello che ho fatto nell'ultima settimana: per uno come me che ha pochissima memoria è stato forte. Mi dispiace per chi mi è stato accanto in questi giorni. Ecco, ti senti molto in colpa, questa è una sensazione che non mi piace, che non dovrebbe essere. Potrei averlo preso da chiunque: perché dovrei sentirmi in colpa? Questa è una sensazione molto brutta, peggio della malattia, andrebbe spiegato bene: il senso di colpa. Non sapendo dove lo prendi ti chiedi: son stato io? L'ho attaccato io? Me l'hanno attaccato loro? Quindi ho deciso di non pensare a come l'ho preso: ho deciso di pensare a guarire e a seguire i protocolli.
A distanza di ore, come stai gestendo la cosa?
La paura c'è sempre. Ho preparato una valigia e ce l'ho pronta vicino alla porta, se dovessi partire subito per l'ospedale.
Oltre Adriana Volpe hai sentito altri colleghi?
Tantissimi, hanno chiamato tutti: Valeria Marini, Alba Parietti, Antonella Clerici, Caterina Balivo, Carlo Conti. Grazie al pubblico anche: ringrazio tutte le persone che mi seguono per l'affetto e il calore. Ma in questo momento voglio stare un po' fuori dai social, voglio un po' dedicarmi a me stesso, cosa che non ho mai fatto in tutti questi anni. Ripeto: è una cosa che ti scuote, ti arriva una mazzata perché non sai cosa succederà. E poi stai chiuso e questa cosa mi dà al cervello: non so se son 10 giorni, 20 o un mese. C'è gente che dopo un mese e mezzo ancora lotta, gente che ne è uscita dopo 10 giorni, gente che conosco che è morta o che ancora sta in ospedale intubata. Quello che mi dispiace è la solitudine, una sensazione terribile: è veramente difficile. I vicini però già si sono prodigati: fuori dalla porta c'è la spesa per sei mesi!
Non hai alcuna intenzione di mollare insomma, come hai scritto tu stesso…
No, però sto iniziando a cedere. Ogni tanto viene quella voglia di cedere. La cosa più brutta, ripeto, è il senso di colpa. Ti senti in colpa per una cosa di cui non hai colpa. Quando fai la ricostruzione ti fanno ricostruire tutto: è faticoso, è stata una mazzata per me, dolorosa. Quindi inizi a pensare: l'altro giorno ero in camerino, sono stato 20 minuti a parlare con un ragazzo di cose di lavoro. Oggi lui mi ha chiamato, è negativo. Però non lo sai: è assurdo.
Ti aspetta quindi un periodo di isolamento e di pausa dal lavoro…
Ho dovuto sospendere tutto, ma quello è il meno. In un momento così particolare della nostra storia, in cui c'è poco lavoro, anche quel poco va tenuto saldo, però penso che se sto bene potrò fare delle dirette Skype con Ogni Mattina. Dovevamo partire con il Cambio look che avevamo annunciato, ma come facciamo?
Da persona positiva, che è in procinto di iniziare la sua battaglia, che messaggio ti senti di lanciare?
Continuare a portare la mascherina, le distanze sociali e lavarsi le mani: cosa che io faccio ma evidentemente mi sono distratto. Non lo so, magari in alcuni posti non l'ho indossata. Ma bisogna crederci e bisogna fare quello che chiede lo Stato, anche se secondo me dovrebbe cambiare molto perché questi protocolli sono terribili psicologicamente. Capisco che la gente sta male, soffre. Non so cosa succederà di me: io sono chiuso intanto, vediamo.