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Giorgio Armani il “re” del Made in Italy che avrebbe dovuto fare il medico

La vita di Giorgio Armani sembra uscita dalle pagine di un romanzo: nato in una famiglia modesta, prima di disegnare abiti si era iscritto alla facoltà di Medicina e ha lavorato come vetrinista alla Rinascente. La serie Made In Italy, in onda ogni mercoledì su Canale 5, ripercorre la sua rivoluzione stilistica: nella fiction viene interpretato da Raoul Bova.
A cura di Beatrice Manca
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Una nuova donna per una nuova epoca: determinata, indipendente, libera da troppi fronzoli. Era la nuova femminilità immaginata dallo stilista Giorgio Armani a metà degli anni Settanta. Alla sua rivoluzione di stile dedicato un episodio della serie tv Made in Italy (in onda ogni mercoledì su Canale 5). Nella fiction lo stilista (interpretato da Raoul Bova) sta lavorando a una collezione completamente innovativa: giacche destrutturate, linee pulite, colori tenui e polverosi. La giornalista Irene Mastrangelo (Greta Ferro) visita il suo atelier e davanti a lei lo stilista pronuncia la celebre frase: "L'eleganza non è nell'essere notati, ma nell'essere ricordati". Dietro questa scena c'è una curiosa coincidenza: la modella e attrice Greta Ferro ha incontrato il "vero" Giorgio Armani quando fu scelta come testimonial per la linea Armani Beauty.

L'attore Raoul Bova nel ruolo di Giorgio Armani
L'attore Raoul Bova nel ruolo di Giorgio Armani

Gli esordi: dagli studi di Medicina all'incontro con Galeotti

La storia di Giorgio Armani sembra uscita da un romanzo: nato in una famiglia modesta a Piacenza, da bambino ha conosciuto l'incubo della guerra e dei rifugi anti-bombardamento. Si è iscritto alla facoltà di Medicina, ma ha lasciato gli studi per il servizio militare: al ritorno ha deciso di iniziare a lavorare per aiutare la famiglia. Armani ha iniziato a lavorare come vetrinista per La Rinascente a Milano, e quella è stata l'occasione della vita: lì è stato notato da Nino Cerruti, che lo ha scelto per lavorare alla sua collezione uomo. Probabilmente Armani non sarebbe diventato chi è oggi se non avesse incontrato Sergio Galeotti, suo compagno nella vita e nel lavoro, che si lanciò insieme a lui in quella nuova avventura imprenditoriale: nel 1975 è arrivata la prima collezione Giorgio Armani.

Armani con le sue modelle
Armani con le sue modelle

I cult di Armani: dalla giacca destrutturata al greige

Lo stilista ricorda spesso nelle interviste che i primi anni furono pieni di fatica e rinunce: uno sforzo presto ripagato dal successo internazionale. Il capo che lo ha fatto entrare nella storia è la giacca destrutturata, cioé alleggerita dalla fodera e dalle spalle, più semplice e comoda da indossare. Quello di Armani è uno stile essenziale, sobrio, pacato anche nei colori: ama le sfumature tenui, il nero, il bianco e quel blu oltremare che torna in ogni collezione. Un colore lo ha perfino inventato: il greige, punto d'incontro tra grigio chiaro e beige. Nel 1982 la rivista Time lo ha incoronato uomo dell'anno, un onore concesso prima di lui solo a un altro stilista, Christian Dior. Oltre ad aver rivoluzionato la moda, Armani ha avuto anche un ottimo fiuto per gli affari: lo ha dimostrato prima con il lancio di Emporio Armani, linea dedicata ai giovani e al denim, poi con Armani Exchange e infine con EA7, dedicata allo sport. Ma il suo impero conta anche linee di arredamento, hotel, perfino fiori e dolci. Non a caso, per tutti, è "Re Giorgio".

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