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Gender gap nel lavoro dipendente: le donne vengono pagate il 31% in meno degli uomini

L’Osservatorio sui lavoratori dipendenti dell’Inps fotografa il gender gap nel lavoro dipendente italiano: gli uomini sono la maggioranza e vengono pagati di più.
A cura di Giusy Dente
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Gender gap: è questa la parola che riassume perfettamente la situazione del lavoro dipendente in Italia. Il divario riguarda il nord e il sud del Paese, riguarda la distribuzione tra uomini e donne, riguarda gli stipendi. La situazione delle donne è purtroppo peggiorata e la pandemia ha notevolmente inciso in questo senso. Il World Economic Forum lo ha detto molto chiaramente: serviranno 135 anni per colmare il gender gap che il Covid ha accentuato, perché nella crisi economica proprio le donne hanno pagato il prezzo più alto. Al momento l'Italia è al 63esimo posto su 156 per divario di genere. Nuovi dati arrivano dall'Inps (Istituto nazionale di Previdenza) nell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti.

Le donne guadagnano meno degli uomini

I dati parlano chiaro: le donne guadagnano meno degli uomini. A fornire i dati (relativi al 2020) è direttamente l'Inps nell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti, che in Italia sono un totale di 15,58 milioni (esclusi agricoli e domestici). Il documento fotografa una realtà in cui è evidente il gender gap tra i sessi: contro lo stipendio annuo maschile di 23.859 euro, c'è quello da 16.285 euro femminile (riferito al 2020). Insomma, il 31,2% in meno, all'incirca un terzo. Gli uomini non solo hanno un salario più alto, ma sono anche in maggioranza: rappresentano il 57,7% del settore. Oltre ad essere più alto tra gli uomini, il salario aumenta anche in base all'età, trovando il picco nella classe 55-59.

Fa la differenza anche la geografia, con una retribuzione media differente tra Nord e Sud, dove si registra anche una differente distribuzione. Al settentrione c'è la concentrazione maggiore di lavoratori dipendenti: 32,1% al Nord-Ovest, il 23,6% al Nord-Est, il 20,8% al Centro e a seguire il Sud (con il 16,5%) e le isole (6,9%). Il Mezzogiorno registra anche valori più bassi nel numero medio di giornate retribuite su base annua. Il 2020 è stato un anno nero e la pandemia ha causato la perdita di molti posti di lavoro. Il confronto con i dati dell'anno precedente parla chiaro: rispetto al 2019 i lavoratori dipendenti del settore privato sono diminuiti del 2,6%.

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