Fluidità sessuale: cosa vuol dire e perché le donne sono maggiormente inclini ad altre possibilità
Il primo studio sulla fluidità sessuale risale alla fine degli anni '40. L'autore, il biologo e psicologo Alfred Kinsey, ideò una scala (che oggi prende il suo nome Scala Kinsey) per indagare la percezione che le persone avevano del proprio orientamento sessuale. "Il mondo non è diviso in pecore e capre – scrive nel suo trattato dal titolo "Il comportamento sessuale nel maschio umano" – "Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte". Nel 2008 la studiosa Lisa Diamond coniò l'espressione "fluidità sessuale" ovvero la capacità dell'individuo di presentare una "reattività" sessuale flessibile, a seconda delle circostanze. In pratica la fluidità sessuale non ha a che fare con l'orientamento, ma con la disponibilità della persona a sperimentare, intendendo la sessualità come un elemento in continua evoluzione della propria vita e non come qualcosa di statico e invariabile. Più recentemente la Scala Kinsey è stata utilizzata per un sondaggio dall'agenzia britannica YouGov. Dallo studio è emerso che per la fascia d'età tra i 18 e i 24 anni più del 43% degli intervistati si collocava a metà tra esclusivamente eterosessuale e omosessuale. Un dato che ci fa capire come il concetto di fluidità oggi sia estremamente comune e diffuso soprattutto tra i giovanissimi.
La fluidità sessuale e le donne
Sempre la Diamond ha rilevato come le donne siano maggiormente disposte a dichiararsi sessualmente fluide, mentre gli uomini da questo punto di vista si dimostrano più reticenti. "Fluidità sessuale vuol dire essere flessibili rispetto alla propria sessualità. Avere un'elasticità nelle percezioni, verso i propri desideri, verso le opportunità e le possibilità che si presentano. Vuol dire che, indipendentemente dall'orientamento, si è più suscettibili rispetto al contesto, al momento e alle situazioni in cui ci si trova – spiega a Fanpage.it la sessuologa Maria Claudia Biscione – Le donne, rispetto agli uomini hanno un modo meno rigido di vivere la propria sessualità. A differenza degli uomini che si dichiarano omosessuali o eterosessuali e fanno più fatica a contemplare possibilità alternative". Le donne pongono meno limiti alla possibilità di avere esperienze diverse da quelle del loro orientamento sessuale. "Negli ultimi periodi molte statistiche ci segnalano che ci sono donne che a 50 anni, magari dopo anni di relazioni eterosessuali, si innamorano di una donna. Questo non le definisce lesbiche. Sono persone aperte. Il cervello delle donne funziona in modo più aperto e complesso. E in questo caso complessità significa avere meno rigidità e più dimestichezza con l'apertura e l'accoglienza delle proprie emozioni". Mentre gli uomini sono più incastrati dalle etichette e accoglierebbero con maggiore difficoltà la sola idea di avere un rapporto omosessuale (se ad esempio il loro orientamento è etero) le donne sono più facilmente disposte ad accettare le potenzialità della fluidità.
La fluidità sessuale è diversa dall'orientamento
La fluidità non è una dimensione predefinita. "Non si sceglie di essere o non essere fluidi. Lo si è e basta. Vuol dire accogliere qualcosa che ci attrae in un determinato momento. Non si tratta di un'etichetta". Può essere però spiazzante a un certo punto della propria vita ritrovarsi a provare delle emozioni, un'attrazione verso qualcosa di diverso dal solito. "Essere spiazzati è assolutamente normale. Ma non dobbiamo censurarci – suggerisce Biscione – Dobbiamo provare ad accogliere queste sensazioni e a normalizzarle. A volte si tratta di situazioni imprevedibili. Meglio viverle con curiosità, chiederci perché proviamo queste emozioni, cosa ci raccontano di noi". L'apertura è sempre un arricchimento della propria identità. "Chiudersi e confinarsi per paura del giudizio degli altri, per paura di uscire fuori dai soliti schemi, di rompere dei tabù e dei diktat, potrebbe essere castrante".
Come cambia la sessualità nel corso della vita
La sessualità è una sfera della nostra personalità che cambia, cresce, si evolve con noi a seconda delle esperienze che facciamo, delle persone che incontriamo. "La sessualità è fluida perché è un contenitore che matura con l'individuo. Quello che vogliamo a 18 anni non è quello che vogliamo a 30 o 50. E questo prescinde dall'orientamento". Essere fluidi vuol dire accettare i cambiamenti del modo di vivere la sessualità anche dentro il proprio orientamento. "La sessualità è sempre soggetta a influenze, aperture, chiusure e fattori esterni".
La fluidità sessuale e i giovani
Come rilevato anche dalla statistica di YouGov i giovani hanno molta più propensione a definirsi fluidi. "I ragazzi di oggi sono cresciuti con delle esperienze e dei riferimenti molto più fluidi rispetto ai nostri. – chiarisce Biscione – Sono fluidi perché orientati alle persone piuttosto che al genere. Il loro mondo è costruito con dei parametri diversi rispetto ai nostri e contempla una sessualità che vive di emozioni, impulsi, spinte emotive senza censure, dove per loro è possibile vivere il sesso come lo si desidera". Ma se il mondo dei ragazzi è fatto di aperture e possibilità, il contesto in cui vivono è molto meno libero di quello che desidererebbero e ancora devono fare i conti con omofobia, intolleranza, paura per ciò che non si conosce. "Oggi siamo in una forbice, dove da un lato abbiamo una parte di persone attive, disposte a lottare anche per la libertà di pensiero e di espressione. Dall'altro invece abbiamo una popolazione ancora profondamente omofoba e sessista, poco disposta ad accogliere le diversità". E se un adolescente si definisce fluido non stupiamoci, non pensiamo di doverlo mandare da un terapeuta. L'adolescenza è una fase di sperimentazione, la fluidità è un modo di essere che ci rende soltanto più inclini all'accoglienza e all'accettazione delle nostre emozioni.