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Fichi d’India: le innumerevoli proprietà benefiche di questo frutto

I fichi dIndia sono frutti deliziosi ricchi di fibre, vitamine e sali minerali: aiutano a combattere la stitichezza, aumetano il senso di sazietà, con benefici sulla linea e non solo! Ecco tutte le proprietà di questi frutti spinosi molto benefici per la nostra salute.
A cura di Redazione Donna
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Il fico d'India (Opuntia ficus-indica L.) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Cactaceae, la stessa del cactus. Si tratta quindi di una pianta grassa, originaria del Messico, ma molto diffusa anche nel Mediterraneo: in Italia la troviamo soprattutto in Sicilia e in Calabria. La pianta del fico d'india può raggiungere i 3 metri di altezza, i suoi frutti sono di colore giallo/arancio dalla forma allungata e sono ricoperti di spine: è nota infatti la difficoltà di raccoglierli e pulirli senza guanti. La polpa del fico d'India è succosa e contiene molti semi, ma è ricca di acqua, minerali e vitamine, le proprietà dei fichi d'India sono infatti davvero tante, anche se questo frutto si trova poco sulle nostre tavole: è diuretico, lassativo, aiuta a dimagrire ed è ottimo contro il diabete grazie all'alto contenuto di fibre che aumentano il senso di fame e aiutano ad assimilare meno zuccheri. Ma scopriamo tutti i benefici per la salute di questo frutto dalle tante virtù.

Proprietà benefiche dei fichi d'india

I fichi d'India sono ricchi di vitamine, in particolare la vitamina C e la B3 (niacina), sali minerali come potassio, calcio e fosforo e fibre, soprattutto fibra viscosa che favorisce il transito intestinale. Inoltre donano energia grazie alla presenza di fruttosio e contengono una buona percentuale di antiossidanti. Ma ecco nello specifico tutte le proprietà del fico d'India.

Ricchi di fibre combattono la stitichezza e tengono a bada glicemia e sovrappeso: i fichi d'India contengono quindi molte fibre (5 grammi ogni 100 gr di prodotto) utili per contrastare il problema della stitichezza: parliamo in questi casi del frutto di stagione quando è maturo, il frutto acerbo, invece, svolge un'azione astringente, utile in caso di diarrea. Le fibre, inoltre, aumentano il senso di sazietà aiutandoci a mantenere il peso forma, anche perché contengono poche calorie, solo 53 per 100 gr di prodotto, inoltre permettono di assimilare meno sia i grassi che gli zuccheri tenendo sotto controllo sovrappeso e glicemia. I frutti freschi, inoltre, aiutano anche a ridurre il colesterolo cattivo (LDL) nel sangue aumentando quello buono (HDL).

Stimolano la diuresi e depurano il fegato: i fichi d'India offrono al nostro organismo altri benefici importanti: favoriscono la diuresi, aiutandoci ad eliminare tossine e liquidi in eccesso, aiutando a combattere ritenzione idrica e cellulite. Inoltre riducono il rischio di calcoli renali, favorendone, in alcuni casi l'espulsione, quando già presenti. Anche il fegato usifruisce dei benefici di questi frutti: gli antiossidanti contentui nei fichi d'India, infatti, proteggono il fegato dai danni provocati da sostanze tossiche. A svolgere questa azione sono in particolare i fiori da utilizzare per la preparazione di infusi.

Svolgono un'azione antiossidante e donano energia: i fichi d'India sono anche ricchi di antiossidanti che aiutano a combattere l'azione dannosa dei radicali liberi, rallentando l'invecchiamento delle cellule. Sono inoltre molto dissetanti e rappresentano un'ottima fonte di energia per il nostro corpo, per questo sono indicati in autunno per preparare l'organismo alla stagione fredda.

Proteggono lo stomaco e aiutano a combattere la tosse: i fichi d'India, grazie alle mucillagini, proteggono la mucosa gastrica e sono in grado di rigenerarla in poco tempo. Inoltre questo frutto si è rivelato un ottimo rimedio contro la tosse, grazie ai flavonoidi in esso contenuti. In questi casi potete preparare uno sciroppo naturale: sbucciate i fichi d'India, tagliate la polpa a pezzetti, copriteleli con zucchero di canna e lasciate riposare per 12 ore. Trascorso il tempo necessario, cuocete il tutto in una pentola fino a far sciogliere la polpa e bevete caldo.

Fichi d'India: usi e come consumarli

Del fico d'India non si utilizza solo il frutto, ma anche le pale, ricche di proprietà. Il gel estratto dalle pale può essere utilizzato sia per uso interno che per uso esterno nell'ambito cosmetico: si applica infatti sulla pelle come un cosmetico naturale grazie alle sue proprietà cicatrizzanti e disinfettanti. L'estratto del fico d'India si usa spesso come componente di creme ma anche di shampoo: questo frutto avrebbe infatti la capacità di contribuire ad una crescita più veloce dei capelli.

Ma come consumare il fico d'India? Il modo migliore è mangiare il frutto crudo quando giunge alla giusta maturazione, già dal mese di settembre. Può essere anche utilizzato per la preparazione di macedonie, oppure come spuntino spezzafame,ottimo anche per tenere sotto controllo la fame nervosa, magari accompagnato da uno yogurt. Inoltre si possono realizzare marmellate, succhi, granite, sciroppi, gelatine, ma anche ricette salate come risotti o insalate.

Come sbucciarli?

Una particolarità del fico d'India sono le spine, che possono facilmente penetrare all'interno della pelle: la raccolta avviene infatti con guanti di gomma. Per sbucciarlo, invece, vi basterà tenere fermo il frutto con la forchetta tagliando le due estremità, incidendolo per la lunghezza e facendo rotolare la polpa con l'aiuto della forchetta fino a liberarla dalla buccia. Prima di sbucciarli metteteli in acqua fredda per eliminare parte delle spine.

Controindicazioni

I fichi d'India sono sconsigliati a chi soffre di colite o di diverticoli: i piccoli semi contenuti nel frutto potrebbero insinuarsi nelle anse intestinali aumentando l'infiammazione e aggravando i sintomi. Inoltre, mangiarne troppi, potrebbe causare stitichezza in quanto le fibre, se introdotte in grandi quantità nell'organismo, invece di facilitare il transito intestinale, formano una sorta di "tappo". Eccedere nel consumo dei fichi d'India può provocare comunque effetti indesiderati a tutto l'apparato gastrointestinale.

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