Fashion Film Festival, la kermesse quest’anno è digitale e punta su donne e sostenibilità
Il Fashion Film Festival è giunto alla sua settima edizione e, come per tutti i grandi eventi di questi mesi, anche questo ha richiesto una metodologia organizzativa nuova. Il format è interamente digitale a causa della pandemia, ma si è scelto di non porre freni alla creatività e al valore delle opere in concorso, rendendole ugualmente fruibili. L'evento di respiro internazionale fondato e diretto da Constanza Etro celebra il fortunato connubio tra moda e cinema, coinvolgendo esponenti prestigiosi di entrambi i settori e declinandolo in diversi tematiche. Dalla sostenibilità alle donne agli stilisti, l'edizione attualmente in corso si snoda lungo sei giornate che danno spazio a 200 opere in concorso provenienti da 60 Paesi, ma anche a molti approfondimenti.
Fashion Film Festival: film e non solo
Stavolta il FFF entra direttamente nelle case dei curiosi e degli appassionati, per portare intrattenimento e informazione. Il delicato momento storico che stiamo vivendo ha coinvolto anche il settore moda, che però continua a essere specchio della società ed espressione del panorama socioculturale. Per questo il format non perde la sua valenza, anche se in formato digital e non viene meno alla sua vocazione. La tradizione si rinnova dal 13 al 18 gennaio con tantissimi appuntamenti. La terza giornata, quella di venerdì 15 gennaio, presidia due territori: Fashion Tales e Pride. A seguire Experimental e Youth, poi Women Now e Made in Italy – Emerging Talents (giornata dedicata al talento femminile) e in conclusione Made in Italy – Established Talents e Freedom. Spiccano in particolar modo alcune importanti premiere: quella di Martin Margiela: In his own words diretto da Reiner Holzemer, Let it be law del regista Juan Diego Solanas e I am Greta di Nathan Grossman. Il pubblico potrà contribuire a decretare l’opera che si aggiudicherà il People’s Choice Award e potrà sempre trovare on demand le Conversations: tra i protagonisti dei talk il regista tedesco Reiner Holzemer, l'artista londinese Pandemonia, l’esperto di moda sostenibile Hakan Karaosman.
FFF promuove sostenibilità e sostiene le donne
La kermesse nel suo articolato programma che si potrà comodamente seguire da casa continua il suo impegno nel sensibilizzare sul tema della sostenibilità, già affrontato anche nelle precedenti edizioni, dando visibilità a realtà, designer e istituzioni che sono in prima linea in nome dello stile di vita sostenibile. Lo fa attraverso il progetto Fuori Concorso #FFFMilanoForGreen. Fa parte di questa iniziativa la premiere italiana di Made in Bangladesh, opera che denuncia gli eccessi dell'industria della moda, che sfrutta la povertà in nome dei profitti. E parallelamente porta avanti anche il focus sulla femminilità, dando spazio alle problematiche maggiormente calde del nostro tempo attraverso i racconti di registe, imprenditrici e attiviste. Lo fa con il secondo progetto Fuori Concorso #FFFMilanoForWomen, che da anni caratterizza il Festival, proprio per promuovere il talento femminile. Svolgere ugualmente la kermesse, anche se non in presenza ma in modo virtuale, mette l'accento sul bisogno e sul valore della cultura, del talento, della creatività, della voglia di fare, con la speranza di poter presto tornare alla normalità e agli eventi dal vivo.