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Etichette delle creme solari: come leggerle correttamente

Quante volte acquistiamo la nostra crema solare senza leggere l’etichetta? Se ci facciamo caso, è piena di sigle e nomi che possono apparire incomprensibili, ma che è importante conoscere per un’esposizione sicura ai raggi solari. Ecco allora come leggere l’etichetta delle creme solari, per scegliere il prodotto più adatto alle nostre esigenze.
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A cura di Redazione Donna
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Quante volte acquistiamo la nostra crema solare senza leggere l'etichetta? Se ci facciamo caso, è piena di sigle e nomi che possono apparire incomprensibili. In molti controllano a stento il fattore di protezione e se il prodotto è "water resistant", cioè resistente all'acqua. È però importante sapersi districare tra i diversi acronimi e leggere l'etichetta nel modo giusto, così da scegliere il solare da acquistare in modo consapevole, conoscendo le regole della buona esposizione. Ecco allora come leggere l'etichetta delle creme solari, per scegliere il prodotto più adatto alle nostre esigenze.

Spf: cosa indica e perché arriva fino a 50

L'Spf indica il fattore di protezione solare, ed è una sigla che può spesso confondere. Il numero dell'Spf può variare da 6 a 50 e sta ad indicare la capacità della pelle di resistere all'esposizione ai raggi solari: quindi più è alto l'Spf, e più riuscirà a schermare i raggi. Solitamente però questa resistenza viene valutata in "vitro", cioè in laboratorio, e non sulla pelle umana, e in questi casi serve a poco. È possibile però anche realizzare test clinici su volontari, ai quali viene applicato il prodotto del quale si vuole determinare l'Spf. La zona sarà poi sottoposta a una luce artificiale che replica perfettamente quella solare, insieme a una zona adiacente non protetta con il solare. L'Spf si calcolerà dividendo il tempo impiegato per la comparsa dell'eritema sulla zona protetta, con il tempo in cui l'eritema è sorto sulla zona non protetta. Nel caso non si eseguissero test di laboratorio, ma in vitro, sarebbe più corretto indicare sui solari semplicemente "Protezione bassa/media/alta."

Ma perché non ha senso una protezione più alta di 50? Perché il tempo per effettuare un test per un Spf più alto si dovrebbe protrarre per moltissime ore, e non è pensabile dal punto di vista pratico. Un Spf maggiore di 50 non ha senso anche perché le ore di sole in una giornata sono comunque limitate, inoltre dopo ogni bagno o doccia la crema deve essere applicata di nuovo, anche quelle resistenti all'acqua. Bisogna poi tener conto che prendere il sole nelle ore più calde della giornata, dalle 11 alle 15, è sconsigliato.

Raggi UVA e UVB: come li ritroviamo in etichetta?

Cosa sono invece i raggi UVA e i raggi UVB? Si tratta di due tipi di raggi ultravioletti a raggi infrarossi, o radiazioni solari, che penetrano nella pelle. I raggi UVB costituiscono il 5% della radiazione totale UV: sono quelli che permettono l'abbronzatura e che causano le scottature. I raggi UVA costituiscono invece il 95% dei raggi UV e sono responsabili dell'abbronzatura in modo esiguo, mentre generano radicali liberi, che causano invecchiamento cutaneo.Il fattore di protezione di questi raggi, in etichetta, è segnato con la scritta UVA cerchiata. Le creme solari aiutano a respingere i raggi UVB, ma meno gli UVA, che sono anche i più pericolosi: per questo è importante non stare troppe ore al sole, anche con la crema solare, altrimenti si va incontro a invecchiamento precoce della pelle e ci si espone al rischio melanoma. C'è poi anche la dicitura IR, cioè infrarossi, che sono quelli responsabili di quella sensazione di calore che causa rossore. Anche se viene indicata su alcuni prodotti come protezione IR,  non c'è un metodo di misurazione ufficiale e standardizzato che ne dia garanzia.

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Filtri chimici o fisici? Ecco le differenze

Per proteggerci dai raggi UVA e UVB, vengono utilizzati filtri chimici o fisici. I filtri chimici assorbono la luce ultravioletta e la convertono in raggi che sono pericolosi per la pelle. I filtri fisici, sono invece delle barriere che riflettono i raggi solari, e che ci proteggono sia dai raggi UVA che da quelli UVB. I filtri chimici sono composti da ingredienti realizzati in laboratorio,  mentre i filtri fisici prevedono l'utilizzo di ingredienti naturali come il biossido di titanio e l'ossido di zinco. Nelle creme solari troviamo solitamente entrambe le tipologie di filtri, tranne i solari bio che contengono principalmente filtri naturali.

Cosa indica il simbolo Pao?

Il simbolo Pao (Period After Opening), è indicato con un barattolo aperto, e si trova solitamente sul retro della confezione. Indica entro quanto tempo la crema può essere utilizzata dall'apertura. Di solito nelle creme solari troviamo la dicitura 12M, cioè che il prodotto scade un anno dopo la prima applicazione. Una volta aperta, infatti, le sostanze presenti nel filtro solare perdono di efficacia, e si rischia quindi una scottatura.

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