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Ellie Goldstein non è testimonial Gucci: la sua bellezza non convenzionale va oltre gli stereotipi

Ellie Goldstein è la modella con la sindrome di Down che ha raggiunto la notorietà dopo essere apparsa nella campagna pubblicitaria Gucci Beauty. Nonostante in molti l’abbiano definita testimonial della griffe, in verità è tra le protagoniste di un progetto molto più nobile, la campagna “Unconventional Beauty”, il cui obiettivo è celebrare la bellezza al di là degli stereotipi.
A cura di Valeria Paglionico
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Il mondo della moda sta cambiando, se fino a qualche tempo fa riusciva ad accettare solo dei modelli di bellezza stereotipati e irreali, ora si sta aprendo all'inclusività, all'autenticità, alla libertà, celebrando un ideale che rispecchia la "normalità" e che riesce ad andare ben oltre le convenzioni. L'ultima ad averlo dimostrato è stata Ellie Goldstein, la 18enne nata con la sindrome di Down che, nonostante la disabilità, è riuscita a conquistare l'Alta Moda posando per Gucci. La cosa che in pochi sanno è che non è diventata semplicemente testimonial della griffe, è entrata a far parte di un progetto chiamato "Unconventional Beauty", il cui obiettivo è superare limiti e stereotipi, dando prova del fatto che promuovere la vera bellezza significa celebrare la diversità.

Ellie Goldstein, a 18 anni ha rivoluzionato la moda

Ellie Goldstein ha 18 anni, viene da Ilford, nell'Essex, e negli ultimi giorni ha conquistato la ribalta dopo essere diventata la prima modella con la sindrome di Down ad aver posato per Gucci. Fin da piccola sognava di lavorare nel mondo della moda e oggi è riuscita a trasformare il desiderio in realtà. Tutto è partito quando ha cominciato a collaborare con la Zebedee Management, l'agenzia inclusiva che dà spazio a diversità e disabilità con la quale lavora da 3 anni, da allora è apparsa in diverse pubblicità e servizi fotografici, tra cui quelli di Superdrug, Nike e Vodafone. La svolta è arrivata con le foto realizzate da David PD Hyde, colui che ha permesso la realizzazione del progetto "Unconventional Beauty" di Gucci. Ellie oggi è passata alla storia ma il fashion system già guarda al futuro. La speranza è che presto vedere una modella con la sindrome di Down in copertina non farà più scalpore: la diversità, la disabilità e tutto ciò che viene considerato "non convenzionale" non sono altro che un'espressione della normalità.

Unconventional Beauty: Gucci celebra la bellezza non convenzionale

Fino ad oggi Ellie Goldstein è stata sempre definita testimonial di Gucci, visto che è diventata il volto della campagna beauty realizzata per sponsorizzare il mascara L'Obscur, la verità, però, è un tantino diversa. La modella è una delle tante scelte dalla griffe per il progetto "Unconventional Beauty", un'iniziativa lanciata su Instagram nel gennaio 2020 con lo scopo di promuovere la bellezza non convenzionale e non stereotipata, un concetto che è stato a lungo dimenticato nel fashion system. In collaborazione con Photo Vogue Festival, l'azienda ha scelto il fotografo londinese David PD Hyde e l’artista multidisciplinare Catherine Servel per realizzare materialmente dei ritratti delle diverse tipologie di bellezza. Curvy, con il sorriso imperfetto, con una disabilità, con gli occhi di colori diversi: gli scatti sono un inno alla diversità e alla libera espressione del proprio io.

Ellie Goldstein, il coraggio di essere autentica

Chi ha detto che per essere belle e attraenti bisogna portare la taglia 40, avere i lineamenti delicati, la chioma fluente e una silhouette tonica? La verità è che ognuno è splendido così com'è nella sua diversità, nella sua particolarità, nel suo modo di essere e solo quando non insegue a tutti i costi degli stereotipi imposti dalla società riesce a capirlo. Mascherare i difetti, eliminare le imperfezioni, diventare ossessionati dall'aspetto fisico, voler imitare qualcun altro, sono tutte cose che rendono la vita un inferno, facendo dimenticare i valori che realmente contano. Ellie Goldstein è una ragazza che non si è fatta limitare dalla disabilità, che non si è lasciata sopraffare dalle etichette che le venivano affiliate a causa della sindrome di Down, che non ha avuto timore di mostrare la sua identità. Come è riuscita a realizzare i suoi sogni? Se ne è fregata dei cliché della moda e si è sentita libera di essere autentica. Una foto con in primo piano il suo sorriso sincero, il suo sguardo dolce, la sua espressione soddisfatta non vale forse molto di più dei soliti scatti patinati e ritoccati?

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