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Donna separata? Rischi la povertà

Una recente statistica Istat sfata il falso mito secondo cui, con un divorzio in corso, sarebbero gli uomini a impoverirsi di più. Negli ultimi anni, infatti, quella femminile sembra essere la fascia più a rischio. Separandosi, sono le donne a diventare sensibilmente più povere.
A cura di Stefania Rocco
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Una recente statistica Istat sfata il falso mito secondo cui, con un divorzio in corso, sarebbero gli uomini a impoverirsi di più

Sono sorprendenti i risultati di una recente statistica Istat che capovolge in pieno il modo di pensare comune secondo cui sarebbero gli uomini a rimetterci di più in occasioni come il divorzio. I padri separati hanno rappresentato per anni una fascia particolarmente debole in società. Sono stati tantissimi, infatti, gli uomini a denunciare la propria condizione di povertà a seguito di una separazione. Con figli a carico, le donne hanno infatti molti più diritti rispetto ai propri compagni che sono costretti a mantenerle per anni, provvedendo al contempo al mantenimento dei figli.

Ebbene, secondo l’Istat non è più così. Sono le donne, almeno negli ultimi tempi, a uscire finanziariamente distrutte dalle cause di divorzio. Con l’affidamento congiunto, i pari diritti tra uomo e donna e la dilagante precarietà professionale femminile, chi sceglie di separarsi si trova inevitabilmente convogliato in una situazione di povertà che, nel caso delle mogli, presenta numeri addirittura allarmanti. E’ ben il 20% delle donne contro il 13% degli uomini a denunciare una condizione economica particolarmente difficile, fatta di bollette perennemente in arretrato e difficoltà a pagare il mutuo o l’affitto. Il 10,4% della popolazione femminile separata, addirittura non riesce a permettersi di consumare un pasto adeguato al giorno diversamente dagli uomini nel cui caso la percentuale scende al 7%. Anche nel caso del riscaldamento dell’abitazione, i dati Istat dimostrano l’impoverimento femminile: è il 14,1% a non potersi permettere di riscaldare casa a differenza dei rispettivi ex mariti i cui dati raccolti fermano tale percentuale all’11,2%.

Il fenomeno è presto spiegato. Nonostante il piano del Governo contro la povertà, infatti, sul versante professionale le donne continuano a essere in netto svantaggio. Le lavoratrici precarie superano di gran lunga gli uomini che versano nella stessa condizione, a dimostrazione del fatto che l’Italia si dimostra ancora essere un paese che agevola soprattutto i dipendenti di sesso maschile, almeno sul fronte lavoro. La condizione di povertà, per entrambi i sessi, resta comunque preoccupante. A seguito di un divorzio, sono ben 6 su 10 le donne che vedono cambiare radicalmente e in negativo la propria condizione finanziaria. Gli uomini nella stessa situazione scendono invece a 4 su 10. Tantissimi in ogni caso. Con figli a carico, il dato subisce un altro incremento: il è il 52,9% della popolazione separata e con prole a subire condizioni peggiori contro il 37,1% di chi figli non ne ha. L’ultimo baluardo rimangono i genitori degli ex coniugi che rappresentano troppo spesso l’ultima spiaggia per chi, dopo essersi separato, non riesce a sostenere da solo le spese relative alla casa e alla famiglia e sceglie di tornare a casa dei suoi.

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