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Ddl Zan, la delusione del mondo della moda. Pierpaolo Piccioli: “Il mio Paese non è quello che applaudiva”

L’affossamento del ddl Zan, bloccato in Senato dalla cosiddetta “tagliola”, ha suscitato un’ondata di proteste e delusioni. Al coro si è unito anche il mondo della moda: da Pierpaolo Piccioli, stilista di Valentino, a Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, designer e stylist hanno preso pubblicamente posizione.
A cura di Beatrice Manca
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Il ddl Zan, disegno di legge contro l'omotransfobia, è stato definitivamente bloccato: il Senato ha approvato con voto segreto la cosiddetta "tagliola" proposta da Lega e Fratelli d'Italia. La notizia ha suscitato una cascata di proteste e un'ondata generale di delusione: attivisti della comunità LGBTQ+, star, influencer e comuni cittadini hanno manifestato sui social il loro disappunto per la mancata occasione. Al coro si è unito anche il mondo della moda: da Pierpaolo Piccioli, stilista di Valentino, a Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, designer e creativi hanno preso pubblicamente posizione.

Pierpaolo Piccioli: "Applaudivano un fallimento"

Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della casa di moda romana Valentino, ha commentato l'affossamento del ddl Zan sul suo profilo Instagram. Lo stilista ha condiviso nelle Stories le immagini dei parlamentari che esultano per quella considerano una loro vittoria politica, affidando il suo pensiero alle parole di Pasolini: "T'insegneranno a non splendere. E tu splendi". Poi ha pubblicato una foto in cui posa davanti allo specchio, di fronte a una scritta luminosa: "Non vogliamo essere subito già così senza sogni". Nella lunga didascalia che accompagna la foto dice che quel che ha visto e sentito in Senato gli ha dato "i brividi" e che il suo impegno a favore dei diritti non finisce qui, anzi, continuerà a lottare e a usare la sua voce.

Scrutino segreto, tagliola, già solo le parole che hanno portato a quello che è successo oggi in Senato mi danno i brividi e mi fanno pensare e credere ancora più forte che se si ricorre alle imboscate per fermare la civiltà allora forse non abbiamo perso del tutto. Ma ci sarà ancora da combattere e ancora da mettere la faccia e io lo farò ogni volta che posso. Il DDL Zan è una legge che tutela la dignità di ogni individuo, e chi acclamava oggi applaudiva un fallimento della morale di questo paese. È un segnale, forte, e forte dovrà essere il cambiamento che auspichiamo per andare incontro ad un futuro dove le persone, tutte, sono il centro del mondo. Io ci sono, non mi muovo, userò la mia voce ancora più forte di prima. Il mio Paese non è quello che applaudiva oggi ma quello che guiderà il cambiamento di domani.

Pierpaolo Piccioli manifesta a favore del Ddl Zan
Pierpaolo Piccioli manifesta a favore del Ddl Zan

Alessandro Michele sulla fine del Ddl Zan: "Vergognatevi"

Anche il direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, si è espresso con durezza. Il designer ha sempre puntato su una moda inclusiva, che superi le etichette e gli stereotipi di genere: nessuna sorpresa dunque che sentisse il Ddl Zan come una sua battaglia. Il suo messaggio è stato affidato a un post in inglese su Instagram: "Questo è un giorno molto triste per l'Italia – esordisce lo stilista –  chi oggi ha deciso di non incoraggiare la nascita di una società più inclusiva si dovrebbe vergognare. Chi applaudiva il rifiuto dei più elementari diritti umani si dovrebbe vergognare". Il post ha raccolto moltissime reazioni da tutto il mondo: perfino Marc Jacobs ha commentato definendo la questione "disgraceful", disonorevole.

L'indignazione nel settore della moda è traversale: lo stylist Nicolò Cerioni, che cura il look dei Maneskin e di Achille Lauro, ha espresso profondo sconcerto per le scene viste in Senato: "Che vergogna! Affossare il ddl Zan, limitando la parità con esultanza da stadio". La top model Bianca Balti ha pensato ai più giovani: "E poi ci si chiede perché i giovani vogliono andare via dall'Italia…" poi ha esortato tutti a unirsi a una manifestazione di protesta prevista per oggi a Milano. La moda è da sempre un terreno sensibile alle questioni sociali: mentre la politica continua a discutere, la società si evolve e prosegue verso un futuro più inclusivo.

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