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Covid 19

Coronavirus, come spiegare ai bambini cosa sta succedendo con i consigli della psicologa

“Cerchiamo di spiegare ai bambini nel modo più chiaro possibile cosa è il Coronavirus e perché siamo in quarantena”. La dottoressa Francesca Dall’Ara, psicologa e psicoterapeuta spiega come affrontare con i più piccoli l’epidemia che stiamo vivendo e in quale modo organizzare una nuova routine.
Intervista al Dott.ssa Francesca Dall'Ara
Psicologa e psicoterapeuta dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Policlinico di Milano
A cura di Francesca Parlato
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Scuole chiuse e bambini a casa. Il Coronavirus ha sconvolto la quotidianità di tutti i bambini in Italia che si ritrovano a passare le loro giornate tra quattro mura in attesa che l'emergenza passi. E spiegare loro il senso di quello che sta accadendo, senza trasmettere paure e ansie, può essere davvero complicato. La dottoressa , autrice di Storia di un Coronavirus, un racconto per spiegare ai piccini cosa è il virus che ci ha messo in isolamento, ha dichiarato a Fanpage.it: "È fondamentale spiegare loro tutto quello che sta succedendo".

Dottoressa, è meglio allora evitare omissioni? 

Dobbiamo informare i nostri bambini. Le ripercussioni del virus sono pesanti e queste misure avranno una durata piuttosto lunga. Non dobbiamo fare terrorismo o allarmarli ma dobbiamo però spiegare loro tutto quello che sta succedendo. Anche la quarantena.

In che modo si può spiegare a un bambino la necessità di dover stare chiusi in casa senza poter vedere i suoi compagni di classe oppure i nonni?

Bisogna spiegare loro che è necessario tutelare la famiglia, e dobbiamo cercare di farlo in senso positivo. Spieghiamo che dobbiamo proteggere i nonni e che per questo motivo non possono andare a trovarli.

E per i bambini che appaiono più impauriti e preoccupati? 

È molto importante evitare di trasmettere le sensazioni e le emozioni che noi adulti proviamo ai nostri figli. Se ci sembrano spaventati proviamo a chiedergli cosa gli fa paura. I bambini non sono preoccupati dalle stesse cose che preoccupano gli adulti. Proviamo allora a interpellarli come interlocutori, chiediamogli cosa pensano, cosa li fa stare in pensiero e sarà più facile rassicurarli. Cerchiamo di coinvolgerli in un dialogo che sia il più possibile sereno e di riportarli sempre alla soluzione e mai al problema.

Molti bambini restano impressionati quando vedono un parente o un fattorino che consegna la spesa con una mascherina sulla faccia.

Basta spiegare loro che si tratta di una forma di protezione e per questo non devono averne paura. L'importante è sempre essere chiari e dire loro a cosa serve e perché queste persone indossano la mascherina. Tante cose sono più facili di quello che sembrano. 

Telegiornali e conversazioni tra adulti sull'argomento Coronavirus: i toni di questo tipo di comunicazione possono essere percepiti in maniera amplificata dai bambini?

In questi casi dobbiamo fare particolarmente attenzione: lasciare la tv accesa o parlare tra adulti senza alcun filtro, in presenza di un bambino, è assolutamente sconsigliato. Questo non vuol dire negare la paura. Ma bisogna filtrare le conversazioni e le comunicazioni il cui destinatario è un adulto. 

Perché è importante non negare la paura?

Dobbiamo spiegare ai bambini che avere paura è normale. Anzi la paura è fondamentale perché è grazie a lei che mettiamo in atto dei meccanismi di protezione. Evitiamo di dire "La mamma o il papà non hanno paura di niente". Meglio spiegare, soprattutto in questo caso, che c'è una situazione da affrontare molto difficile, che anche noi adulti abbiamo paura, ma possiamo affrontarla. 

Dottoressa, le abitudini dei bambini sono praticamente stravolte. In quale modo possiamo affrontare queste giornate forzatamente casalinghe? 

Cerchiamo di mantenere salva una routine di base minima, ovvero lavarsi e vestirsi. Sono tanti i bambini che vorrebbero restare in pigiama. Invece noi proviamo a dargli degli obiettivi giornalieri, uno scopo per affrontare la giornata. Oltre alle attività didattiche che fortunatamente è possibile svolgere anche da casa, se possiamo, senza sentirci in colpa se dobbiamo lavorare da casa e non possiamo dedicare loro il 100% del nostro tempo, prepariamo delle cose da fare insieme e dei giochi ad hoc. L'importante è dare una continuità o meglio una prevedibilità, è il miglior modo per contenere l'ansia del vuoto.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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