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Come presentare il nuovo partner ai propri figli: i consigli della psicologa

Quando si inizia una nuova relazione e si hanno dei figli da una precedente storia d’amore, presentarli al nuovo partner può essere davvero complicato. Scegliere il momento giusto, le parole giuste, capire che ruolo potrà avere può mettere a dura prova sia la nuova coppia che i bambini. Ne abbiamo parlato con la psicologa Anna Oliverio Ferraris.
Intervista a Prof.ssa Anna Oliverio Ferraris
Psicologa e psicoterapeuta, dovente di Psicologia dello sviluppo presso l'Università Sapienza di Roma
A cura di Francesca Parlato
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C'è chi tende a posticipare all'infinito, chi prova ad addolcire la pillola raccontando qualche piccola bugia, chi è più intraprendente e si lancia subito in presentazioni senza pensare troppo alle conseguenze, ma la verità è che presentare un nuovo partner ai figli è sempre difficile. Quando, se, dove, come, gli interrogativi sono tantissimi. Il rischio è che non si piacciano, che non si crei del feeling, che nei figli scatti un senso di lealtà verso l'altro genitore e si chiudano a riccio. Per questo, in situazioni del genere, è bene mettere da parte le improvvisazioni, armarsi di diplomazia e pianificare. "Ovviamente non esiste un momento giusto per definizione, le regole non possono essere uguali per tutti, molto dipende anche dall'età dei figli. Quello che è importante è avere pazienza e soprattutto procedere per gradi" spiega a Fanpage.it la psicologa e psicoterapeuta Anna Oliverio Ferraris, autrice di diversi saggi e romanzi sulle famiglie allargate.

Come organizzare il primo incontro

Prima di presentare il partner ai propri figli è necessario fare una valutazione sulla nuova relazione. Interrogarsi sui propri sentimenti, chiedersi se è destinata a durare, quali sono le prospettive, capire se esiste una progettualità, sono valutazioni necessarie per capire se è il caso di aprirsi ai propri figli e raccontare un lato di noi a cui magari, soprattutto se molto piccoli, non hanno neanche mai pensato. "Una volta che si è deciso di procedere, il mio consiglio è incontrarsi in un territorio neutrale. Non in casa. Magari si può scegliere di uscire e di fare una gita anche con altri amici. Si può anche non rivelare immediatamente la natura della relazione – spiega la psicologa – Bisogna essere cauti, si tratta di situazioni che richiedono tempo. Per questo è bene, prima ancora di spiegare che ruolo ha la persona nella vita del genitore, tentare di familiarizzare, in modo che quando si spiegherà ai figli chi è, questa non sia una persona totalmente sconosciuta".

Un consiglio per il nuovo partner

È ovvio che si voglia far colpo sui figli del partner. Si ha voglia di piacere, di essere accettati e il rischio è quello di strafare, di essere troppo simpatici, buoni o seduttivi. "Non bisogna esagerare per cercare di guadagnare punti agli occhi del partner o dei bambini. I figli vogliono essere fedeli al proprio genitore, non dobbiamo destabilizzarli con eccessi di bontà o anche di permissivismo". Quando si entra in contatto con i bambini non bisogna dimenticare che esiste un precedente, esiste una famiglia che i bambini non vogliono e non devono dimenticare. "Per questo è importante cercare di evitare conflitti, di non inasprire i rapporti né tantomeno entrare in rivalità. Le regole del genitore che non c'è devono essere rispettate sempre e comunque, non si devono stravolgere". 

L'importanza delle piccole cose

Quando si inizia una relazione con un partner che ha già dei figli bisogna procedere sempre per gradi, dalla presentazione, ai primi incontri in casa, fino a un'eventuale convivenza, tutti questi passaggi devono essere fatti in maniera lenta, in modo che i bambini si abituino a questi cambiamenti. "Dobbiamo sempre tenere presente che i tempi dei bambini sono diversi da quelli degli adulti. E che ci sono piccoli gesti, piccole abitudini che a noi possono apparire insignificanti mentre per loro non lo sono. Mantenere lo stesso posto a tavola, conservare delle fotografie: piccole cose che per i figli possono avere un peso enorme, che stanno a significare anche la loro posizione all'interno del gruppo familiare". Nel caso ad esempio di una convivenza è necessario che i figli esprimano il loro parere. "Bisogna chiedere loro cosa ne pensano, devono essere considerati, si tratta di una decisione riguarderà anche loro. L'importante è che il genitore e il suo partner li consideri, tenga conto dei loro pareri, delle loro decisioni e che li rispetti. Affinché i figli siano sereni e tranquilli è fondamentali che non si sentano esclusi o marginali". Diplomazia, pazienza, gradualità, sono le tre parole chiave quando si deve dare vita a una famiglia allargata. "Se la situazione dovesse essere più complicata del previsto ci sono sempre i mediatori familiari o gli psicologi che possono aiutare: a volte può essere utile il sostegno di una terza persona a cui raccontare i propri dubbi e difficoltà. Un esperto può aiutare a sciogliere i rapporti tesi che interferiscono con la formazione della nuova famiglia, spesso si tratta di problemi banali, di carattere pratico che possono essere affrontati in pochi incontri".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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