Come il calabrone che non può ma vola lo stesso: Bebe Vio alle Paralimpiadi dimostra che nulla è impossibile
Per definizione, impossibile è qualcosa di irrealizzabile, qualcosa che non può compiersi né attuarsi, ciò che non è consentito, che non è raggiungibile. Bebe Vio probabilmente anni fa si sarà sentita ripetere milioni di volte questa parola, si sarà sentita dire "questo non puoi farlo", "questo non fa per te", "non puoi riuscirci". E invece l'impossibile lo ha reso possibile, lo ha reso realtà.
Bebe Vio torna alle Paralimpiadi
Da martedì 24 agosto a domenica 5 settembre si svolgeranno le Paralimpiadi di Tokyo, slittate la scorsa estate a causa della pandemia e dell'emergenza sanitaria. Per Bebe Vio è la seconda partecipazione dopo Rio 2016, quando ha portato a casa un bronzo di squadra e un oro individuale nel fioretto. La schermitrice si era già distinta ai campionati europei e mondiali, meritando anche una medaglia d'oro al valore atletico. La scherma è una passione di vecchia data, che pratica sin da quando aveva cinque anni, ben prima che una meningite fulminante cambiasse per sempre la sua vita, rendendo necessaria l'amputazione di entrambi gli avambracci ed entrambe le gambe.
Ma anche senza arti ha ripreso la sua attività sportiva, con l'aiuto di una protesi ideata proprio per consentirle di reggere il fioretto sulla sedia a rotelle. La 24enne è una fiera sostenitrice dello sport paralimpico in generale ed è socialmente impegnata per rendere più facile l'inserimento dei bambini che hanno subito amputazioni all'interno di comunità sportive, così da incentivare la loro integrazione sociale, l'autonomia e l'indipendenza. Ma soprattutto per dire che niente è impossibile e che anche con tutti e quattro gli arti amputati è possibile portare avanti le proprie passioni e godere delle gioie e delle bellezze della vita.
Per annunciare la sua presenza alle Paralimpiadi di Tokyo, l'atleta ha pubblicato uno scatto molto significativo su Instagram, dove è seguitissima. La foto la ritrae con un paio d'ali attaccate alla schiena, vestita di bianco con la tuta da schermitrice e con due fioretti nelle mani. Ha citato il calabrone: "La struttura alare del calabrone non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso. Rendiamo possibile l'impossibile".
La verità è che quello del calabrone è solo un mito, è una leggenda. È vero, se ci si volesse attenere strettamente alla fisica dovrebbe essere impossibile vederlo volare. L'aerodinamica e i calcoli degli scienziati dicono che il suo peso è incompatibile col volo. Eppure lui non si limita a restare al suolo, lui se ne frega. Ha un peso apparentemente inconciliabile con il volo, ma ha anche un battito d'ali molto più veloce di qualunque altro insetto, che gli permette di librarsi nell'aria. Il calabrone non vola per miracolo, vola nonostante le difficoltà, vola perché ha superato quello che era apparentemente impossibile rendendolo possibile, proprio come Bebe Vio.