Come evitare il melanoma e come riconoscerlo
E’ proprio in questo periodo, quando la corsa alla tintarella si scatena e le spiagge si affollano, che il rischio melanoma si fa più alto. E’ importante “prendere il sole con la testa” adottando alcuni accorgimenti ed evitando le ore più calde e soprattutto le “maratone solari”; passare intere giornate sotto i raggi solari è altamente sconsigliato, peggio ancora se senza protezione. Ecco perché è fondamentale sottolineare questo punto: il filtro solare va sempre adottato, indipendentemente dal fototipo a cui apparteniate e dal grado di abbronzatura che la vostra pelle ha raggiunto; al massimo si può scegliere un fattore solare più basso, ma mai esporsi privi di protezione. I raggi solari dannosi a lungo termine e che scatenano il melanoma maligno (il tumore della pelle) sono i raggi UVB.
Il melanoma è, ad oggi, la 3° causa di morte al mondo per tumore; non dà né segni, né fastidio, né prurito, né bruciore; insorge in maniera del tutto silente; assomiglia in tutto e per tutto ad un piccolo neo, una macchiolina della pelle; può essere in rilievo o non, chiaro o scuro, può avere al suo interno un puntino nero. Per prevenire e riconoscere il tumore maligno della pelle è fondamentale attenersi a dei controlli periodici; gli appuntamenti si scandiscono e si effettuano in base al tipo di pelle. La visita dermatologica avviene con l’ausilio del dermatoscopio (uno strumento manuale che permette d’ingrandire di 10/20 volte la lesione e vedere com’ è strutturato e distribuito il pigmento). Se il medico trova una o più lesioni anomale (date dall’architettura inalterata/ irregolare o da segni di accrescimento in periodi in cui non dovrebbe succedere) allora effettua una mappatura e osserva il “neo” col video dermatoscopio, così da avere un ingrandimento di 100 volte.
E’ consigliabile anche un auto esame, per il quale è valida la “regola dell’ABC”: A) asimmetria: bisogna vedere se le lesioni sono più o meno simmetriche: tanto più una lesione è simmetrica tanto più è benigna (quindi “tranquilla”), ma anche qui ci sono le eccezioni. B) I bordi. Quelli del neo benigno sono netti: c’è un “bel” contrasto tra la pelle sana attorno e il neo; il bordo sfumato, invece, ci deve lasciare perplessi. C) I contorni. Quello di un neo benigno, di solito, sembra delineato con la matita, se invece presenta una sbavatura, sembra che stia perdendo pigmento, ci deve mettere in sospetto. D) Le dimensioni. Di solito abbiamo nei grandi più o meno uguali, se ne vediamo uno grandissimo, piccolissimo o puntiforme, dobbiamo monitorarlo. “C” sta anche per “colore”, se ho tutti i nei di una tinta devo considerare quelli di differenti.. Potremmo aggiungere il punto “E” : l’ evoluzione; se ho un neo che sta crescendo devo farlo controllare. L’auto esame va comunque supportato da un controllo periodico approfondito da fare quando la pelle non è abbronzata (perché così si capisce meglio quali sono la struttura e il colore reali del neo.) quindi in inverno/ inizio primavera.
Per la consulenza si ringrazia la Dott.ssa Maria Rosa Gaviglio, dermatologa