Casatiello, pastiera e agnello: perché si mangiano a Pasqua?
Tra pochi giorni sarà Pasqua, la festività che celebra la resurrezione di Cristo. Insieme a lui rinasce anche la speranza e il buonumore. Quale migliore occasione per organizzare un bel banchetto? La domenica di Pasqua si mangia bene e abbondantemente e, anche se la data cambia ogni anno, a tavola ritroviamo sempre le stesse ricette tradizionali. Ogni regione ha i suoi piatti tipici, ognuno col suo significato simbolico, dal casatiello all’agnello, fino ad arrivare alla pastiera, il dolce simbolo della Pasqua. Dopo aver scoperto per quale motivo durante questa festività si regalano e si mangiano le uova di cioccolata, capiamo il significato simbolico e tradizionale di tutti gli altri gustosi piatti pasquali.
Casatiello e tortano: che differenza c'è?
Il casatiello è una tradizione di tutto il meridione italiano. E’ una torta pasquale salata, così come il tortano, quest’ultimo però non ha le tradizionali uova sode incastonate nella ciambella. Il termine “casatiello” deriva da “caso”, che in dialetto napoletano vuol dire formaggio, e allude alla presenza del formaggio pecorino al suo interno. Non è un caso che venga utilizzato proprio questo formaggio. Quest’ultimo infatti viene preparato con il latte di pecora, di cui si nutre l’agnello, altro simbolo tipicamente pasquale. Tortano e casatiello hanno lo stesso impasto: farina, lievito, acqua, sale, pepe, strutto, uova sode, ciccioli di maiale, salumi vari, pecorino e formaggi piccanti. Neppure la sua classica forma “a ciambella” è casuale, allude infatti alla corona di spine di Gesù Cristo e, così, mangiandolo, si distrugge uno dei simboli della sofferenza del Salvatore. Il casatiello è una ricetta non proprio dietetica. La sua pesantezza è divenuta così proverbiale, che a Napoli con l’espressione “I’ che casatiello” si vuole fare riferimento ad una persona noiosa e pesante.
L'agnello è simbolo di resurrezione
Per quanto i vegetariani non siano assolutamente d’accordo, sulle tavole pasquali di tutta Italia l’agnello ci sarà sempre. Questo animale, secondo i riti pagani, è collegato alla resurrezione primaverile della natura dopo la “morte” invernale, poiché secondo la tradizione erano proprio gli agnelli che dovevano essere sacrificati in segno di buon auspicio per augurare fertilità. Secondo la visione cristiana, l’agnello è il simbolo dell’innocenza, una creatura pura e candida offerta in sacrificio. Secondo la leggenda, Dio ha annunciato al popolo di Israele che lo avrebbe liberato dalla schiavitù in Egitto, dicendo "In questa notte io passerò attraverso l'Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame". Ha poi ordinato al popolo di marcare le loro porte con del sangue d'agnello in modo che lui fosse in grado riconoscere chi colpire col suo castigo e chi no. In tutto l’Occidente, l’agnello pasquale che trionfa e sorregge la bandiera della vittoria sulla morte rappresenta la Resurrezione, tanto da essere impiegato come amuleto dopo essere stato modellato con cera benedetta.
La pastiera è nata grazie alla sirena Partenope
La pastiera è uno delle ricette pasquali più laboriose, lunghe e difficili da realizzare. La sua origine è antichissima. Secondo la leggenda, la sirena Partenope aveva scelto come sua dimora il golfo di Napoli e da lì cantava con voce melodiosa e dolce. Il popolo, dunque, per ringraziarla le ha portato sette doni: la farina, simbolo di ricchezza; la ricotta, simbolo di abbondanza; le uova, simbolo di riproduzione; il grano cotto nel latte, simbolo della fusione tra regno vegetale e animale; i fiori d'arancio, omaggio a tutti i popoli ed infine lo zucchero per celebrare la sua dolcezza. La sirena ha unito tutti questi ingredienti, creando la prima pastiera. Secondo la tradizione cristiana è invece un simbolo di pace. Viene preparata il giovedì santo e non deve essere conservata in frigo poiché altrimenti perderebbe il suo gusto e la sua fragranza.