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BDSM: cos’è e perché provoca piacere fisico e mentale

Con il termine BDSM si fa riferimento ad una serie di pratiche relazionali ed erotiche basate sul dolore, sul disequilibrio di potere e sull’umiliazione tra due o più partner adulti e consenzienti. Bondage, dominazione, sadismo e masochismo sono tutte fantasie capaci di soddisfare fisicamente e mentalmente una coppia attraverso la sottomissione e il controllo.
A cura di Valeria Paglionico
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BDSM è una sigla che indica Bondage/Disciplina/Dominazione/Sottomissione/Sadismo/Masochismo e chi ha letto "50 sfumature di grigio", la celebre trilogia di E.L. James, sa di cosa stiamo parlando. Si tratta di un acronimo diffuso in USA verso la metà degli anni '80 e, per BDSM, si intendono una serie di giochi erotici ed inclinazioni sessuali basati sul dolore, sul disequilibrio di potere e sull'umiliazione tra due o più partner adulti e consenzienti.

Il fine ultimo di un rapporto simile è il benessere delle parti coinvolte, che non sempre coincide con l'esplosione del piacere sessuale. In alcuni casi, più che l’orgasmo, si vuole raggiungere un’intensa soddisfazione mentale e, a questo scopo, sono molte le persone che si sentono eccitate infliggendo dolore o sottomettendosi ai voleri del partner. Nonostante sia una pratica scandalosa e degradante secondo il luogo comune, le coppie che la sperimentano la trovano estremamente stuzzicante e riescono addirittura a migliorare la comunicazione nella relazione.

Chi fa BDSM?

Secondo uno studio scientifico, chi pratica BDSM non è uno psicopatico, anzi una persona su dieci ha provato questa pratica almeno una volta ed è, in qualche modo, interessata a farlo ancora. Coloro che praticano rapporti simili, infatti, sono estroversi, aperti a nuove esperienze, coscienti di sé e meno nevrotici rispetto a quelli che vengono comunemente definiti “normali”. E’ proprio perché sanno cosa vogliono e perché non hanno paura di comunicare i propri desideri al partner che vivono con meno frustrazione le relazioni fisiche ed emotive.

Come cominciare a praticare il BDSM

La passione per il sadomaso, per il bondage e per la sottomissione sono molto diffuse e, addirittura, secondo le statistiche, in Italia più di 4 milioni di persone li praticano.

Per passare dalla fantasia alla realtà, il primo passo da compiere è aprirsi con il partner, descrivendo dettagliatamente i propri gusti ed i propri desideri. Deve essere poi instaurato un accordo tra i due, sottolineando quali sono le cose che non possono essere fatte durante il rapporto e soprattutto specificando che c’è la possibilità di cambiare idea in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo. A questo scopo sarà necessario definire una “parola di sicurezza” da utilizzare quando si vuole interrompere una determinata pratica. A questo punto, si potrà definire precisamente chi sarà il padrone e chi lo schiavo. Per le prime volte, si consiglia di cominciare con qualcosa di “leggero”, come le sculacciate, per passare poi a frustate, bondage o veri e propri rapporti di dominazione. L’importante è dare libero sfogo alle proprie fantasie in modo graduale, senza provare ogni tipo di esperienza fin dal primo momento.

In un rapporto BDSM è inoltre fondamentale che nessuna delle due parti si senta costretta, tutto deve essere fatto consensualmente in piena libertà, ricordando che non sempre si raggiunge la soddisfazione sessuale. Realizzare le proprie fantasie di BDSM può rivelarsi estremamente eccitante anche senza l'orgasmo poiché permette di esplorare un’energia erotica che in precedenza aveva solo stuzzicato la propria immaginazione.

Quali sono i ruoli nel BDSM?

Un rapporto BDSM prevede sempre che uno dei due partner domini sull’altro ed è proprio per questo che ognuno deve decidere fin dal primo momento quale ruolo ricoprire. Coloro che sono interessati ad entrambi i lati del rapporto sono chiamati “switch”, mentre invece sono “master” o “mistress” quando vogliono essere esclusivamente la parte dominante. Chi vuole essere il sottomesso all’interno del rapporto è invece chiamato “slave”, cioè schiavo. La regola base da seguire è che ci sia il consenso da entrambe le parti e che gli atti di violenza messi in pratica non siano una costrizione o una coercizione. Per il resto, una volta stabiliti i ruoli da interpretare nel gioco erotico, si può cominciare a dare libero sfogo alle proprie fantasie.

I simboli del BDSM

All'interno della comunità BDSM, le persone tendono ad utilizzare dei simboli convenzionali per riconoscersi tra loro e per chiarire fin da subito il ruolo interpretato, senza dover ricorrere ad alcun tipo di spiegazioni. Il sottomesso, ad esempio, è riconoscibile grazie al collare e all'head harness, entrambi simboli di umiliazione e di sottomissione. L'head harness, in particolare, è una specie di bavaglio per cingere il capo, realizzato con cinghie e fibbie da allacciare dietro la nuca. Può essere utilizzato come "museruola" che impedisce di aprir bocca durante il rapporto BDSM oppure può fornire un punto di aggancio per altri generi di bavagli. Per quanto riguarda invece i dominatori, questi si rifanno alla cultura "leather" che prevede uno stile d'abbigliamento molto preciso caratterizzato da capi neri ed in pelle. In questo modo, i padroni riescono ad esprimere mascolinità e potenza erotica. Altri simboli del BDSM sono l'anello d'O, che si rifà a quello indossato dalla protagonista del romanzo "Histoire d'O", e la triscele, il segno univoco ideato nel 1994 per indicare la comunità.

Perché il BDSM provoca piacere mentale?

Il BDSM provoca un vero e proprio piacere mentale grazie alla dinamica di potere che si viene a creare tra sottomesso e dominante. Il primo viene gratificato dall’umiliazione, dall’assenza di potere e dalla sensazione di impotenza dinanzi al suo “padrone” che invece trae godimento dalla libertà di poter disporre al 100% del suo “schiavo”. Nonostante il dolore e la violenza inflitta, nei rapporti BDSM non mancano gli atti di tenerezza e di rilassamento, delle “riappacificazioni” al termine del gioco della dominazione. Spesso infatti il padrone si dedica alla cura del suo schiavo elargendogli anche dei premi, soprattutto quando ha svolto alla perfezione il suo ruolo. Le pratiche di dominazione e sottomissione vengono definite solitamente di natura sessuale, ma il più delle volte la penetrazione è completamente assente in questi rapporti. Nonostante la mancanza dell'orgasmo, riescono a far raggiungere la soddisfazione, che questa volta sarà di natura mentale. Il fatto che il BDSM sia stato rappresentato come qualcosa di squallido e degradante a livello mediatico ha fatto sì che rapporti simili cominciassero a godere di una cattiva reputazione.

I film e i romanzi che parlano di BDSM

Prima dell'arrivo di "50 sfumature di grigio", molti altri film e romanzi hanno parlato delle pratiche BDSM. La prima pellicola è stata "Belle de Jour" del 1967, in cui una casalinga borghese diventa una prostituta di giorno mentre il marito è al lavoro. E' proprio con quest'ultimo che Séverine immagina di avere un rapporto S&M. "Il portiere di notte" del 1974 è un altro film che fa raccontato intense esperienze sadomaso tra un sopravvissuto al campo di concentramento ed il suo torturatore. Addirittura, anche Gerard Depardieu in "Maitresse" ha trattato il tema dei rapporti BDSM. Nel film interpreta un truffatore che viene chiamato a riparare l'impianto idraulico di una dominatrice professionale. Sono molti anche i romanzi erotici che affrontano l'argomento in modo esaustivo. "Light Switch" di Lauren Gallagher è uno dei migliori e descrive due fidanzati che cominciano ad avvicinarsi ai rapporti sottomesso/dominatore, fino a scoprire il mondo del voyeurismo. "Caught" di Cassandra Carr è invece una storia erotica che racconta come il protagonista Jack, un maniaco del controllo anche al di fuori della camera da letto, scopre la passione per la dominazione. Sia la letteratura che il mondo del cinema sono ricchi di esempi simili, segno che i rapporti BDSM stuzzicano la fantasia di molte più persone di quanto si crede.

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