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Back to school, in Francia si torna in aula in minigonna: le alunne contro il sessismo su TikTok

Il 14 settembre è stato un giorno importante per l’Europa, visto che praticamente ovunque le scuole hanno riaperto dopo la pausa dovuta all’emergenza Coronavirus. In Francia le studentesse si sono presentate in aula in minigonna, così da combattere il sessismo in fatto di dress code.
A cura di Valeria Paglionico
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Indossare una minigonna, dei pantaloni a vita bassa, degli shorts o dei crop top è davvero ancora considerato scandaloso? Secondo il regolamento scolastico applicato negli istituti francesi, pare proprio di sì. Alle alunne che sono tornate in aula il 14 settembre è stato proibito di indossare abiti definiti "indecenti" o "inappropriati" perché troppo provocanti, dunque inadeguati al comune buonsenso. Le studentesse, però, non hanno accettato di buon grado questa decisione e hanno pensato bene di ribellarsi su TikTok, su Instagram e su Twitter. Accompagnando le loro foto agli hashtag #lundi14septembre e #liberation14septembre, hanno sfoggiato i più svariati look ritenuti "fuorilegge".

La rivolta su TikTok

Rimanere in aula con la mascherina per più di 5 ore è già una "tortura" di per sé, se a questo si aggiunge anche il divieto di indossare abiti freschi negli ultimi giorni dell'estate, andare a scuola diventa davvero insopportabile. È proprio per combattere il caldo e per dire addio a un'antiquata forma di sessismo che le studentesse francesi si sono presentate in classe in canottiera e gonna. In molti casi sono state rispedite a casa con una nota sul libretto che recita "tenue inappropriée", ovvero "abito non appropriato". Una volta cacciate, però, hanno documentato tutto sui social, accendendo un dibattito sulla questione. TikTok è diventato in poco tempo una "piazza" per un vero e proprio movimento di protesta.

Il sostegno di associazioni femministe e personalità politiche

L'iniziativa ha creato così tanto clamore da aver attirato l'attenzione delle associazioni femministe, che denunciano il fatto che il problema sono gli stupri e le molesti e non gli abiti indossati dalle rappresentanti del sesso femminile.

Addirittura è intervenuta anche l'ex ministra alle Pari Opportunità Marlène Schiappa, adesso sottosegretaria alla Cittadinanza presso il ministero dell’Interno, la quale si è mostrata solidale con le studentesse ribelli. Su Twitter ha infatti scritto: "Oggi 14 settembre molte ragazze hanno deciso spontaneamente, dovunque in Francia, di indossare, gonne, maglie scollate, crop top e di truccarsi, per affermare la loro libertà rispetto a giudizi o atti sessisti. Come madre, le sostengo, con sorellanza e ammirazione". Insomma, è chiaro che sarebbe arrivato il momento di rivedere i regolamenti scolastici in fatto di dress code: gonne, shorts e pantaloni strappati sono davvero ancora considerati un'offesa alla decenza?

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