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Anna Tatangelo nuda per Lilt: troppo sexy per parlare di cancro al seno

Ancora una volta lo sport nazionale è prendersela con Anna Tatangelo, strumentalizzata e accusata di essere troppo sexy per parlare di prevenzione contro il cancro al seno. Scelta dalla Lilt per la nuova campagna, la cantante appare con il seno nudo ed è subito polemica.
A cura di Zeina Ayache
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Anna Tatangelo per Lilt
Anna Tatangelo per Lilt

Anna Tatangelo, suo malgrado, è di nuovo finita nell’occhio del ciclone e, ancora una volta, il motivo di tanto scandalo è la sua immagine definita troppo sexy, troppo ammiccante, troppo volgare, troppo nuda. Nulla di nuovo, verrebbe da dire, eppure questa volta le critiche potrebbero essere eccessive. Ma partiamo dal principio. Anna è stata scelta dalla Lilt, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, come testimonial per la nuova campagna nastro rosa “Fai attenzione: proteggilo anche tu!”.

Cosa c’è di strano? Nulla, se non fosse che la Tatangelo è stata fotografata nuda, a mezzo busto e con le braccia che le stringono il petto.

E cosa c’è di strano? Nulla, se non fosse che un gruppo di donne, le Amazzoni Furiose, si sono sentite offese per la scelta di ritrarre una donna a torso nudo, secondo loro strumentalizzata e quindi anche lei ‘vittima', quando in passato si era scelto di puntare su figure femminili, non colpite dalla malattia, in “atteggiamenti più consoni al tema”, vestite per intenderci. Secondo queste donne, Anna offre un’immagine “sessualizzata e trivializzante della malattia”.

In pratica, una bella donna e madre con il seno rifatto, ritratta nuda, ma decisamente coperta dalle braccia, sarebbe troppo sensuale per lasciar passare il messaggio principale: proteggersi dalla malattia attraverso la prevenzione. Per non parlare poi della sua età, i 28 anni di Anna sono stati ritenuti fuori target: gli screening infatti si rivolgono alle donne tra i 50 e i 69 anni.

Come se non bastasse, uno tra i marchi promotore della campagna è Peugeot. Per chi non lo sapesse, i materiali plastici prodotti per i veicoli aumentano, secondo quanto riportato dalla American Public Health Association, le probabilità di ammalarsi di tumore al seno nelle donne in premenopausa, collegamento questo che fa pensare al “pinkwashing”.

La fortuna di non essersi mai ammalati forse rende più difficile comprendere tanto disprezzo nei confronti di questa campagna. Quando provi il dolore di essere privata della parte fisica che più definisce una donna, il seno, forse sei prevenuta nei confronti di chi lo mette in mostra come strumento di sensualità. E’ anche vero che ci sono situazioni e reazioni che si possono comprendere solo quando vissute. Alcuni possono aver visto solo un paio di tette, in realtà molto ben nascoste, altri possono aver visto la Tatangelo e provato fastidio a prescindere, la ragazza in effetti raramente ottiene il consenso delle donne, ed altre ancora si sono sentite offese perché il tumore è una cosa seria e le provocazioni non giovano alla causa.

Ma alla fine di tutto, di cosa stiamo parlando? Cancro al seno, per chi se lo fosse dimenticato. Ogni anno migliaia di donne muoiono di questa malattia per la quale la prevenzione è la cura migliore. E’ vero, la Lilt ha puntato al marketing del “Purché se ne parli” e possiamo biasimarla?

Non è forse più scorretto continuare a giudicare negativamente due seni ben coperti e una ragazza sensuale?
Non è forse più maschilista dover coprire una donna per evitare pensieri maliziosi?
Non è forse giunto il momento di smettere di prendersela con Anna Tatangelo?

E ancora… Possiamo affermare con certezza che non c’è bisogno di fare scalpore quando si affrontano temi delicati?

Ad una ragazza di soli 28 anni abbiamo detto che è volgare, che sembra più grande di quello che è, che la sua musica è inascoltabile, che è antipatica, che si è rifatta un seno troppo grosso e che si è sposata un ‘vecchio': basta! Possiamo dire che di insulti ne ha accumulati già per i prossimi anni, lasciamola stare e preoccupiamoci della nostra salute.

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