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Alessandra Amoroso contro i luoghi comuni: è la prima capitana donna della Nazionale Cantanti

Alessandra Amoroso è diventata capitano della Nazionale Cantanti durante l’ultima Partita del Cuore, passando alla storia come la prima donna che ricopre questo ruolo. Ha debuttato in campo con la maglia numero 10 e le treccine afro, lanciando un importante messaggio di uguaglianza.
A cura di Valeria Paglionico
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Siamo sempre stati abituati a pensare che il calcio fosse uno sport "da uomini" perché fatto di contatti, infortuni e spintoni, ma la verità è che si tratta solo di un luogo comune. Complice il successo della nazionale italiana femminile, sono sempre di più quelle che decidono di sperimentare le loro abilità da calciatrici, dimostrando che, quando si parla di attività fisica, non esistono distinzioni di genere. Anche Alessandra Amoroso ne ha dato prova, diventando la "capitana" della Nazionale Cantanti durante la tradizionale Partita del Cuore. La cantante ha lasciato a casa i tacchi a spillo e gli abiti di tulle per indossare un completino sportivo in rosso e verde con la maglia numero 10, quella che tradizionalmente viene assegnata ai fuoriclasse.

Ha giocato nel ruolo di centravanti e non ha avuto paura di battersi contro i colleghi (maschi) del mondo dello spettacolo. Certo, alla fine ha visto la squadra di Salmo ma la sua esperienza è stata di esempio per tutti coloro che credono ancora che il calcio sia per soli uomini. Alessandra, con tanto di treccine in stile afro simili a quelle che David Beckham sfoggiava negli anni 2000, si è immortalata in tuta poco prima di debuttare nei panni della calciatrice e nella didascalia ha scritto: "Oggi scendo in campo (davvero) al fianco di tanti colleghi e amici come prima capitana donna della Nazionale Cantanti per sostenere i lavoratori dello spettacolo e le loro famiglie!". Insomma, anche se si è trattato di una semplice partita di beneficenza, la Amoroso si è fatta portavoce di un importante messaggio di uguaglianza: chi crede ancora che un calciatore di successo deve essere necessariamente maschio?

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