Addio ai negozi separati per taglie: così la moda si apre sempre più all’inclusività

È da diversi anni che il mondo della moda ha messo in atto un cambiamento epocale, dando maggiore spazio all'inclusività. Le modelle curvy hanno ormai conquistato passerelle e copertine, dimostrando a tutti che non serve una taglia 40 per essere bellissime, anzi, le silhouette eccessivamente magre non fanno altro che diffondere stereotipi sbagliati. Ora a cambiare in modo drastico è anche il mercato fashion, che ha intenzione di rinunciare alla divisione dei negozi in base alle taglie offerte. Fino ad oggi siamo sempre stati abituati a vedere store o quanto meno scaffali separati per le taglie regolari e per quelle "forti", ovvero che arrivano fino alla 52-54, presto, però, potrebbe non essere più così. All'estero sono molti i department store che si sono aperti alla rivoluzione, estendendo la loro offerta a un'ampia gamma di misure diverse, mentre in Italia il cambiamento fa fatica a imporsi.
L'obiettivo è evitare di "ghettizzare" le donne curvy, imponendogli delle limitazioni nella scelta degli abiti. Così facendo, si allargherà la scelta, si garantirà una femminilità speciale a ogni fisico e si limiteranno i fenomeni di bodyshaming. A battersi in prima linea per questa rivoluzione è Martino Boselli, il brand director di Elena Mirò, il quale ha spiegato: "Siamo abituati a lavorare in modo speciale con le taglie. Se lo sviluppo di quelle più regolari è spesso informatizzato, nelle plus size le proporzioni cambiano, soprattutto nelle lunghezze: spesso, interveniamo con le modelliste per garantire una vestibilità perfetta". Insomma, è arrivato il momento di rivoluzionare i canoni di bellezza e di dire addio alla differenza "magro-grasso": a essere celebrata sarà finalmente la normalità di ogni corpo.