Addio agli hipster: è il momento degli Yuccies
Negli ultimi anni per le strade abbiamo visto sempre più hipster, quelli con le barbe lunghe, le camicie abbottonate fino al collo, i risvoltini ai pantaloni e magari anche con una macchina fotografica pronta a fare foto artistiche. Essere hipster era un modo per dimostrare alla società di essere alternativi e sopra le righe, ma ormai si è trasformata in una moda collettiva. E’ proprio per questo che sono nati gli Yuccies.
A coniare l’appellativo è stato il giornalista newyorkese 26enne David Infante che con questa definizione sottintende il concetto Young Urban Creatives. Gli Yuccies sono i “nuovi intellettuali”, quelli che amano filosofeggiare davanti ad un whisky il sabato sera e che sognano una carriera da pensatori piuttosto che da impiegati con un contratto a tempo indeterminato. Il loro desiderio più grande è infatti quello di dare vita alle proprie idee con delle start-up. Lo stesso Infante dichiara di essere un perfetto rappresentate del movimento: ha rinunciato ad un lavoro ben retribuito nel marketing di un’azienda farmaceutica ed ha preferito fare uno stage in una redazione giornalistica. Solo dopo una lunga gavetta è poi diventato collaboratore di alcune testate della metropoli.
Gli Yuccies non hanno nessun particolare stile nel modo di vestire, nessun taglio di capelli estremo, nessun tatuaggio, si limitano semplicemente a sostenere con forza il concetto della libertà di pensiero e ad esprimere la propria sulle grandi questioni del mondo. In pratica, sono dei social media manager che vogliono diffondere nel mondo le proprie convinzioni e che nella vita vogliono guadagnare grazie alle proprie idee innovative. Per ora è un fenomeno esclusivamente americano, ma di cero gli Yuccies con la loro creatività daranno filo da torcere agli hipster di tutto il mondo.