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Abiti e scarpe da indossare solo online: cosa sono i Non Fungible Token e perché cambieranno la moda

Case di moda stanno sperimentando sneakers che si indossano solo nel mondo virtuale, certificate all’interno della blockhain con i Nft per renderle “uniche”. Peccato che non si possano toccare né mettere ai piedi. Un paradosso solo apparente: l’alta moda non vende borse, ma un immaginario, un’aspirazione, un’idea di bellezza.
A cura di Beatrice Manca
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The Fabricant
The Fabricant

Dalle opere d'arte alla moda, dai quadri ai tweet originali, non c'è ambito dove non stiano prendendo piede i Nft, acronimo che sta per Non-Fungible Token. Semplificando, si tratta di prodotti creati per essere fruiti solo virtualmente. Il loro valore sta nel fatto di essere unici. Qualche esempio? Le sneakers "virtuali" di RTFTK  e gli abiti di The Fabricant, che si indossano solo nel mondo digitale, venduti per circa 8mila euro. Ma perché spendere così tanto per qualcosa che non si può né toccare, né riporre nell'armadio?

Che cosa sono i Non Fungible Token?

Gli NFT – acronimo delle parole inglesi “Non-Fungible Token” – sono dei certificati di autenticità digitale. Si tratta di gettoni digitali la cui esistenza è documentata all'interno della blockchain: questa è la "documentazione" che rende i Nft unici e non scambiabili. La grande rivoluzione portata dagli Nft nel mondo digitale è di rendere unico qualcosa che prima era infinitamente replicabile: immagini, video, testi non sono altro che sequenze di bit riproducibili con un semplice copia e incolla. Attraverso gli NFT è però possibile certificare che una sola tra le copie di un bene digitale è l'originale e quindi aprire un mercato laddove prima non esisteva. Dalla moda ai videogiochi, appassionati o cultori sono disposti a spendere per "possedere" un originale digitale.

L'applicazione dei Non Fungible Token nella moda

Dopo il tweet di Jack Dorsey, la famosa gif del gatto e l'opera digitale battuta all'asta da Christie's, anche la moda è stata coinvolta nel fenomeno. Nel 2019 la maison digitale The Fabricant, che crea abbigliamento indossabile solo nel mondo virtuale, ha venduto un abito per 9.500 dollari (8000 euro, circa) certificandolo tramite blockchain. Il rendering è stato perfezionato in base alle foto del nuovo proprietario (esattamente come un vestito reale aggiustato dalla sarta). L'acquirente potrà mostrarlo a tutti in digitale, ma non potrà mai toccarlo. Un'altra applicazione dei Nft sono state le sneakers, che hanno un mercato fatto di collezionisti, disposti a spendere cifre astronomiche per i modelli più rari. Il brand RTFKT Studios, in collaborazione con il cripto-artista noto come FEWOCiOUS, ha lanciato delle sneakers virtuali: ne sono state vendute già 600 paia per un totale di oltre 3,1 milioni di dollari. Si possono "provare" su Snapchat e sfoggiare sulle piattaforme di realtà virtuale come Decentraland. Ora ci riprova con i jeans virtuali, i "Metaverse Denim".

Rendering dei jeans virtuali Metaverse Denim
Rendering dei jeans virtuali Metaverse Denim

Gucci aveva provato a fare un'operazione simile, ma senza l'autenticazione tramite blockchain, lanciando paio di sneakers insieme fashion-tech company Wanna Kicks. L'app dell'azienda Wanna Kicks era già stata usata in passato da aziende come Reebok, Puma per consentire ai propri utenti dei "fitting" virtuali su Snapchat. Mentre i Nft producono "pezzi unici", le sneakers di Gucci sono un tentativo di creare un prodotto virtuale di massa.

Le sneakers Virtual 25 di Gucci
Le sneakers Virtual 25 di Gucci

Perché spendere per un abito Nft?

Apparentemente questa applicazione degli Nft è un paradosso: la moda è fatta di oggetti da toccare, indossare, usare. Materiali pregiati, tessuti, cuoio e lavoro artigianale. Chi spenderebbe migliaia di euro per un vestito che non può avere addosso? Eppure sappiamo che il mercato del lusso si basa più sul fascino di un brand che sull'oggetto in sé: avere al braccio una borsa iconica di Hermès o di Dior significa far parte di una comunità esclusiva. Da qui, le cifre da capogiro e i tentativi di imitazione. L’universo digitale permette di tenere a bada la rivendita e la contraffazione dei prodotti grazie a un sistema di autenticazione che frutta royalties sulle vendite a marchi e artisti coinvolti nei progetti. Il mercato del lusso non vende borse, ma un immaginario, un'aspirazione, un'idea di bellezza. Questo discorso vale anche per i jeans digitali certificati con gli Nft: online abbiamo stretto amicizia, conosciuto persone nuove, seguito corsi, lavorato, magari abbiamo anche trovato l'anima gemella. Perché non possiamo indossare anche un pezzo di alta moda?

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