A Marina Spadafora il premio Domina per le eccellenze femminili: “Siamo vittime del patriarcato”

I libri di storia ci hanno tramandato le avventure di valorosi condottieri e audaci imperatori, uomini assetati di potere disposti a tutto nel nome di Roma. Ma cosa accadeva nelle case di questi personaggi? Lo sguardo offerto nella nuova serie Sky Original Domina è diverso: è un'ottica femminile, perché erano le donne a fare la differenza con le loro decisioni e con la loro capacità di imporsi su mariti, padri e fratelli, anche in modo del tutto silente, ma ugualmente incisivo. Livia Drusilla, terza moglie di Augusto, con astuzia e intelligenza riuscì a fare la differenza e oggi è ricordata come icona di tutti i valori dell’empowerment femminile. Proprio a lei è intitolato un premio istituito quest'anno da Sky, consegnato per premiare donne che si sono distinte per il loro impegno nei confronti delle altre donne. Il Premio Domina, infatti, è stato assegnato a donne che hanno fatto la differenza, mettendo davanti a tutto passione, determinazione, forza, coraggio e ingegno: gli stessi valori che hanno reso Livia Drusilla la donna più influente dell’antica Roma. Marina Spadafora è stata premiata per i suoi progetti di empowerment femminile nel settore tessile. Li ha raccontati a Fanpage.it.
Etica ed estetica: il lavoro di Marina Spadafora
La stilista Marina Spadafora ha collaborato con Prada, Ferragamo, Miu Miu ed è ambasciatrice di Moda etica nel mondo, materia che insegna anche in prestigiose accademie in Italia e all’estero. Il suo lavoro si focalizza sul sociale e sull'ecologia, perché profondamente convinta che l’etica e l’estetica possano coincidere. Non a caso ha un motto ben preciso che porta avanti da tempo: "Fashion with a Mission: è come descrivo il lavoro che faccio. Ed è anche un progetto a cui lavoro da un po': creare una piattaforma dove linkare giovani brand sostenibili e artigiani andando a fare documentari e filmati in vari Paesi del mondo, Italia compresa, per vedere queste sinergie in atto. I giovani designer portano freschezza alla manualità degli artigiani, che danno qualità e spessore ai loro prodotti". Ma Marina è anche la coordinatrice nazionale italiana di Fashion Revolution, dal 2014: "È un movimento per creare consapevolezza tra i consumatori: ogni volta che acquistiamo qualcosa votiamo per il mondo che vogliamo. Nasce nel 2013 quando in Bangladesh crolla il Rana Plaza di Savar, un polo produttivo, uccidendo circa 1000 persone e ferendone più di 2000. Fashion Revolution si concentra prevalentemente sull'aspetto sociale della sostenibilità. Ci vogliono leggi che obblighino i brand a farci sapere dove e come sono fatti i capi. Fino a che non avremo queste leggi sarà difficile avere trasparenza su questi temi".
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Una donna che lavora per le altre donne
Il premio Domina, che arriva dopo altri riconoscimenti, intende celebrare il lavoro di Marina Spadafora e il suo impegno in nome di tutte le donne, in un'ottica di empowerment e uguaglianza. A Fanpage.it ha spiegato: "Sono contenta di questo premio, perché sono momenti in cui si riconosce il lavoro di una persona in un certo settore per le cause in cui crede. Il premio mi è stato dato in quanto donna, in quanto persona molto attiva nel mondo della moda per far arrivare chiarezza, trasparenza e giustizia ai tanti lavoratori di questo settore. Una delle mie battaglie è per la paga dignitosa, che è diverso dalla paga minima. Questa viene decisa dai governi dei vari Paesi ed è spesso sotto la soglia di povertà, molto lontana da ciò di cui la persona ha bisogno per vivere in maniera dignitosa. In queste famiglie diventa necessario mandare a lavorare anche i figli. La ragione principale del lavoro minorile è che le persone non vengono pagate dignitosamente". Purtroppo ciò riguarda soprattutto le donne: "L'80-85% della forza lavoro della filiera moda è femminile. È una delle industrie a più alta manualità che conosciamo: ancora ci sono persone che cuciono, tagliano, ricamano. In tanti Paesi è ancora tutto fatto a mano e le donne sono sfruttate brutalmente, nel senso che hanno pochi diritti, non hanno leggi a tutela dei lavoratori, non ci si può unire in sindacati e quindi la situazione è grave".
L'Italia è un Paese per donne?
Pur avendo a che fare con realtà lontane dove lo sfruttamento delle lavoratrici è una consolidata e drammatica realtà, Marina Spadafora è consapevole di quanto lavoro ci sia da fare anche in Italia, dove ugualmente le donne sono vittime di un sistema che le ostacola, che non le sostiene adeguatamente: "L'Italia è fanalino di coda sia per retribuzione equa tra uomo e donna che per impiego di donne. Siamo messi male. Siamo vittime di un patriarcato molto forte in questo Paese, di una tradizione culturale e religiosa penalizzante". Il premio Domina è un ulteriore passo avanti nel riconoscere il valore di donne che da anni combattono per i valori dell'empowerment femminile. Livia Drusilla è stata la prima a farsi rispettare in una società maschilista, diventando addirittura l'unica Imperatrice di Roma. In questo modo è stata capace di ridefinire le aspirazioni e le ambizioni del genere femminile, elevandole allo stesso livello di quelle del genere maschile. A distanza di millenni c'è ancora del lavoro da fare, perché le discriminazioni in base al sesso sono una diffusa realtà. Combattere certi stereotipi e certi pregiudizi è fondamentale affinché si possa parlare di una piena realizzazione dei diritti delle donne.