Violenza sulle donne: “Solo un’esca la campagna shock”, ribatte il presidente di Pubblicità Progresso
“Quando cammino per la strada mi piacerebbe essere… trombata”, “Al lavoro vorrei… stare sotto la scrivania”, “Quello che chiedo alle istituzioni… un ferro da stiro”. Sono questi alcuni dei manifesti contro la violenza sulle donne che da gennaio compariranno alle fermate degli autobus di tutta Italia. Una scelta d’impatto, quella di Alberto Contri, presidente di Pubblicità Progresso, l’ente che ha realizzato la campagna “Punto su di te”, tanto da attirarsi molte critiche per la volgarità dei toni di alcune scritte (i più osceni è meglio non trascriverli), anche da parte di affermati semiologhi che hanno accusato la pubblicità di “riproporre l’ennesimo rituale di degradazione delle donne”.
“È solo un’esca – ribatte Contri ai nostri microfoni – per attirare i più giovani, che sono i soggetti che possono ancora cambiare approccio rispetto al problema”. La campagna, infatti, mira a far arrivare quante più persone possibili su un portale, Puntosudite.it, dal quale sarà possibile segnalare i contenuti lesivi dell’immagine della donna presenti sul web e chiedere la loro rimozione da YouTube o Google Plus. In più sul sito sono disponibili alcuni materiali informativi riguardo al problema, e collegamenti con tutte le associazioni del settore.
“Per mettere in piedi questa campagna c’è voluto più di un anno – continua Contri – non è una cosa che si limita allo spot e poi finisce lì”. Sui manifesti che circoleranno a gennaio, infatti, le scritte effettuate dai ragazzi, che hanno continuato le frasi incompiute delle donne, saranno coperte dal logo del sito. “Certo se i media ci verranno dietro – conclude Contri – nel dare risalto a questa campagna, senza fare polemica come stanno facendo oggi, ma entrando nel merito delle questioni, crediamo di poter contribuire al cambiamento degli attuali stereotipi sul mondo femminile”.
di Sacha Biazzo