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Violenza sessuale: 50% delle donne colpevoli dello stupro, ricerca inglese

Dati sconcertanti nell’ambito della violenza sessuale. A Londra, un sondaggio rileva che la donna abbia una “percentuale di colpa” dello stupro subito.
A cura di roberta
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Non si sa cosa sia più grave tra la moltiplicazione compulsiva di questi atteggiamenti nei confronti delle donne, oppure che siano stesso quest’ultime ad accusarsi “di colpevolezza” nel momento in cui vengano stuprate. Attualmente le stime sono in aumento. Nonostante i controlli, la sicurezza, i corsi di autodifesa e la prevenzione in alcune zone “poco raccomandabili”, la violenza si nasconde dietro un volto amico o dietro la maschera del “non capiterà mai a me”. La cattiva televisione, e qui includiamo anche il cattivo cinema, propone modelli vicini alla fiction, ma immersi nella realtà. Tante, troppe le vicende che vedono abusi nella sfera domestica, violenze in feste in discoteca o a casa di amici. I social network non aiutano la sicurezza. Ogni giorno milioni di persone si mettono in contatto tra facebook, twitter, badoo, netlog e molti altri. Nessuno sa chi c’è dall’altra parte dello schermo, eppure si affidano al caso ed escono anche di sera, da soli, con una persona la cui identità è descritta tra le informazioni di account.

Una ricerca svolta tra la capitale britannica porta dati sconcertanti. Metà delle donne (su un panel di 1000) è convinta che le vittime di un rapporto sessuale non consenziente siano in parte additabili come colpevoli dell’accaduta. Un sondaggio che rivela come il 23% delle donne e il 20% degli uomini siano stati obbligati a fare sesso, almeno una volta, anche quando non lo desiderava. Il campione di riferimento (712 donne e 349 uomini tra i 18 e 50 anni) ha evidenziato come vestire in modo provocante e accettare le avance di qualcuno siano una giustificazione alla violenza non programmata. Le donne sono proprio le più intransigenti, la cui percentuale sale a 71, mentre l’uomo rimane ad una convinzione che riguarda solo il 57%.

Dure le parole di Elizabeth Harrison, responsabile di un servizio per le vittime di violenza: «chiaramente, le donne si trovano in una posizione in cui devono assumersi la responsabilità di sè stesse, ma qualunque cosa tu indossi o qualunque cosa tu faccia non da' a un altro il diritto di violentarti. E' importante che la gente si fermi a pensare cosa sta facendo e che si assicuri che la persona con la quale si trova sia d'accordo a fare quello sta proponendo»

Roberta Santoro

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