Un genitore su tre abbandona il lavoro, è perché non riesce a seguire il figlio neonato
Avere un figlio è una delle esperienze che cambiano per sempre la vita di una persona e, sebbene sia meraviglioso ed emozionante, sono molti quelli che prima di farlo si farebbe ci riflettono a lungo. Il motivo? Temono le possibili ripercussioni che l'evento potrebbe avere sulla propria quotidianità. Secondo un'analisi condotta dall'Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati dell'Ispettorato del lavoro, sarebbe estremamente difficile per le mamme e per i papà conciliare lavoro e famiglia. La cosa obbliga numerosi neo-genitori a prendere delle decisioni drastiche come il licenziamento. In Italia, ad esempio, un genitore su 3, ovvero una percentuale pari al 36%, nell'ultimo anno ha rinunciato al posto di lavoro per prendersi cura dei figli.
Il motivo? Gli orari e l'impegno richiesto dalla professione il più delle volte sono incompatibili con le esigenze dei più piccoli. Se un tempo si contava sull'aiuto dei nonni, delle babysitter o dell'asilo nido, ora la situazione è cambiata. I primi non sono sempre disponibili o comunque non riescono ad adattarsi ai ritmi frenetici dei nipoti, mentre per quanto riguarda un possibile aiuto "a pagamento", i costi di assistenza al neonato sono diventati davvero insostenibili. Licenziarsi, però, non risolve la situazione, visto che causa solo nuovi problemi di natura economica. È proprio per andare incontro alle mamme e ai papà in difficoltà che il welfare privato tende sempre di più a integrarsi con quello pubblico, favorendo lo sviluppo dei servizi più richiesti come la scuola e l'istruzione dei figli. La speranza è che presto diventare genitore non significhi più dover sacrificare la propria carriera o andare incontro a problemi economici.