“Un cuore non basta”: la replica dell’Airc alla campagna per combattere il cancro al seno
E' ormai da qualche giorno che Facebook è stato riempito con dei cuori rossi, condivisi senza alcuna spiegazione o didascalia sulle bacheche di centinaia di donne. In molti, si sono chiesti quale fosse il loro significato e, alla fine, il "mistero" è stato svelato: si tratta di una vera e propria sfida social dalle che intende ricordare al sesso femminile l'importanza della prevenzione nella lotta contro i tumori al seno.
Anche se l'iniziativa ha ottenuto moltissimo successo, sono state innumerevoli le critiche, che hanno messo in discussione l'effettiva efficacia del gesto. I cuori su Facebook hanno suscitato tanto clamore che anche l’AIRC è intervenuta sulla questione, condividendo un post in cui ha scritto: "Un cuore non basta! Condividi con le amiche una corretta informazione sulla prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno".
In poche, infatti, dopo aver postato il cuore rosso sui social, hanno effettivamente fissato un controllo medico, rendendo inutile e priva di senso la "sfida" a cui hanno aderito. E' evidente, dunque, che delle campagne di sensibilizzazioni simili non funzionano poiché non basta un click, un copia e incolla per prevenire la malattia o per ridurre il numero di decessi annui. "La prevenzione è sempre più efficace della cura. Sono stati identificati numerosi fattori di rischio, alcuni modificabili, come gli stili di vita, altri no, come per esempio l'età e fattori genetico-costituzionali", ha spiegato l'Associazione Italiana per la Ricerca sul cancro.
Un'alimentazione ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura, una vita sedentaria e il fumo sono tutte cose che dovrebbero essere evitate. Come se non bastasse, è fondamentale sottoporsi a una visita ginecologica ogni anno dai 30 ai 40 anni, a degli esami specifici in caso di familiarità e a una mammografia ogni due anni dai 50 ai 70 anni.