Turismo sessuale in Senegal, donne europee in cerca di toy boy

Per chi crede che il turismo sessuale si concentri soltanto nei paesi sudamericani e coinvolga esclusivamente i maschietti, ha da ricredersi: gli ultimi studi in merito riguardano anche le donne, che pare abbiano preso di mira alcuni paesi, quali la Giamaica, la Giordania e il Senegal, dove soddisfare i loro più riposti desideri.
Si tratta, nella maggior parte dei casi, infatti, di donne europee benestanti che, raggiunta ormai una certa età, si lasciano soddisfare da improvvisati gigolò, ovviamente in cambio di soldi, che in certe realtà politiche, com’è risaputo, non bastano mai. In particolare, in Senegal, il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 30%, sicchè il turismo sessuale femminile è diventato, soprattutto negli ultimi anni, una valida alternativa alla povertà.
Gli incontri avvengono soprattutto sulle spiagge di Dakar, dove giovani intraprendenti si offrono alle donne come guide turistiche, ma non solo: sesso e mare. In Senegal si teme che questo tipo di turismo possa corrompere i giovani, ma intanto buona parte di essi riesce a sopravvivere proprio grazie al sesso.
Moussa, trentunenne toy boy molto corteggiato dalle donne europee, spiega così questo particolare fenomeno sociale: “E' una questione di sopravvivenza. La vita è dura. Se non avessi queste donne, io sarei in difficoltà. Le donne vengono qui da sole e cedono subito alla corte di un suonatore di djembe, sanno che gli uomini che suonano le percussioni sono potenti a letto. Io non chiedo soldi, usciamo, loro pagano per tutto, facciamo sesso e prima di partire, mi danno dei soldi, per aiutarmi a vivere”.
C’è chi si chiede cosa sia peggio, se ad alimentare questo mercato del sesso siano gli uomini oppure le donne. E c’è chi, invece, crede che assolutamente non ci sia differenza.
Danila Mancini