Trent’anni senza figli, senza certezze e senza sensi di colpa
Cos'ha di strano la nostra generazione? Arrivi a trent'anni e ormai da un po' le persone che incontri ti chiedono perché non tu non sia ancora sposata, non abbia fatto figli e quando troverai un vero lavoro. A quanto pare effettivamente ci sono mestieri (attrice, giornalista, educatrice cinofila, personal trainer, cantante, musicista, dj…) che, anche se ti rendono indipendente economicamente da anni, sembrano strani ai più. Tu stessa non sai come mai non ti sia ancora venuto l'istinto di mettere al mondo l'ennesimo essere umano, né abbia interesse a buttare via migliaia di euro per dire a coloro che già lo sanno che hai un convivente con il quale vuoi stare.
Viene spesso da chiedersi anche perché le persone non capiscano la scelta di rinunciare, almeno per ora, ad un mutuo sulle spalle e ad un posto in azienda con orari rigidi da ufficio da godersi alla scrivania in un'infinita e alienante routine. Non si capacitano che c'è chi preferisce un affitto e un mestiere che permettono di muoversi, di fare esperienze, di conoscere nuove realtà, di non darsi per spacciati e allo stesso guadagnarsi da vivere nel vero senso della parola. Esistono individui a cui non interessa avere la certezza del posto, forse perché spaventa e obbliga a mettere un punto conclusivo ad anche solo uno dei capitoli della vita.
E non dimentichiamo il folle e incomprensibile interessamento per i cani, animali che puzzano, dei quali bisogna raccogliere la cacca e che ti privano della libertà e non permettono di fare chissà che viaggi avventurosi. Maledette passioni e chi ce le ha.
Insomma, una straniera di questa società. Ma siamo sicuri? Escludendo alcuni ex compagni di liceo ed ex vicini di quartiere, gli amici più cari, così come i colleghi e la stragrande maggioranza dei compagni universitari sembrano appartenere a questa realtà, quella cioè dei 30enni e più che vivono ancora come se ne avessero poco più di 20, additati dagli invidiosi e condannati a bruciare all'inferno perché viziosi, edonisti e inconcludenti.
Eh sì, c'è ancora chi pensa che la vita abbia un senso solo se si attraversano gli step fondamentali, al di là dei quali la propria esistenza è incompleta. Ci stiamo davvero sbagliando? Ci stiamo davvero perdendo il vero senso della vita e le emozioni più belle?
Dicono che quando hai un figlio capisci che nulla al mondo potrà renderti più felice. Non so se sia così, né so se lo saprò mai. Ogni tanto mi dico che la madri in un certo senso si sentano costrette a dover dire cose simili, altrimenti rischierebbero il linciaggio da parte della nuova comunità alla quale appartengono e io stessa, lo ammetto, sarei la prima a rimanere sorpresa nel sentire una madre affermare che, ad esempio, “la mia più grande soddisfazione è la carriera”.
Vogliamo davvero essere la felicità più grande di nostra madre e nostro padre? Sarà che siamo abituati a pensarla così, sarà che da quando sei nata ti indottrinano appioppandoti una bambola di cui prenderti cura come fosse tua figlia, sarà quel che sarà, ma io mi auguro davvero di non starmi perdendo nulla di tanto straordinario, per quanto abbia il sentore che sia così.
Ma che ci puoi fare se non hai l'istinto materno? Se i discorsi sui pannolini, le liste d'attesa all'asilo o le frasi da genio dei figli degli altri non ti interessano? Nulla. Così come le neo mamme ormai non si interessano più del tuo lavoro, del tuo cane, del tuo prossimo viaggio, dei tuoi hobby e di tutte quelle cose che un tempo condividevate, hanno cose più importanti a cui pensare, dicono.
Ripetiamocelo ancora che magari ci convinciamo, questa è la vita e the show musto go on.
Quando poi ai colloqui arriva il momento dell'angosciante domanda “Come ti vedi tra 5 anni”, vai nel panico, sai che il tuo interlocutore si aspetta risposte del tipo “Una donna in carriera” o “Sposata con due stupendi figli di cui occuparmi”, ma poi ti limiti ad un semplice “Felice e soddisfatta di ciò che ho, ma pronta a nuove avventure”.
Risposta sbagliata.
Alla fine puoi solo chiederti come mai tutto ciò stia accadendo alla tua generazione e nel frattempo continuare, come nulla fosse ad essere felice, a conoscere persone nuove, a godere delle esperienze che fai ogni giorno e a non sapere come ti vedrai tra 5 anni.
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