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Tragedia a Dacca: la moda si impegna per assicurare migliori condizioni di lavoro

Dopo il crollo di una fabbrica a Dacca in Bangladesh, dove sono morte più di 1000 persone, i marchi della moda firmano un accordo per garantire migliori condizioni di lavoro per gli operai del tessile.
A cura di Marco Casola
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Dopo i gravi incidenti avvenuti in alcune fabbriche tessili in Bangladesh, dove venivano prodotti capi d'abbigliamento per alcuni grandi marchi di moda, le aziende del fashion hanno deciso di prendere provvedimenti. Hanno firmato un accordo per migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza nei laboratori tessili. Ad aderire all'iniziativa marchi come l'italiana Benetton, la spagnola Inditex proprietaria di Zara e Massimo Dutti, Mango, la britannica Marks and Spencer, la svedese H&M, le inglesi Tesco e Primark e l'americana PVH che possiede i marchi Tommy Hilfiger e Calvin Klein.

La decisione  presa di comune accordo sembra quanto mai obbligata dopo la tragedia di Dacca, città del Bangladesh dove ultimamente è crollato un palazzo di otto piani e oltre 1.100 persone hanno perso la vita. Le vittime erano operai di aziende tessili che lavoravano per grandi marchi occidentali, finiti sotto accusa per i mancati controlli. La tragedia ha portato l'attenzione dell'opinione pubblica sul pericolo che ogni giorno corrono gli operai in Bangladesh a causa delle condizioni di lavoro non adeguate. Per risolvere la questione è stato stipulato un accordo con i sindacati IndustriALL e UNI Global Union, i quali rappresentano 70 milioni di lavoratori. L'accordo prevede l'adozione, per i prossimi cinque anni, di misure specifiche, come ispezioni, progetti di training e investimenti, e garantisce la sicurezza degli edifici in cui gli operai del settore lavorano.

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