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Sindrome da acquisto compulsivo: quando lo shopping diventa una malattia

La sindrome da shopping compulsivo è un problema sempre più diffuso, eppure risulta ancora difficile riconoscerla e distinguerla da una semplice passione per gli acquisti. Uno studio coordinato dall’Università di Bergen ha provato a spiegarne le principali caratteristiche.
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La sindrome da acquisto compulsivo è un disturbo del controllo degli impulsi e si manifesta con una difficoltà nel gestire il desiderio di fare spese. Chi ne soffre di solito tende a comprare grandi quantità di oggetti, spesso inutili e oltre la sua portata, e a provare poi un forte senso di vergogna. Per quanto oggi sia al centro del dibattito mediatico e oggetto di molti studi, le prime ricerche a riguardo risalgono addirittura alla fine dell'Ottocento, quando lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin ne analizzò per la prima volta i sintomi e la definì col nome di oniomania.

Una scena del film "I love shopping"
Una scena del film "I love shopping"

Che sia un male tipico del Terzo millennio e che oggi più che mai sia forte il bisogno di trovare precise definizioni e cure, però, non c'è dubbio. Il principale problema sta proprio nel riconoscerla: in un'epoca dalla forte propensione al consumo, e con una facilità sempre maggiore grazie agli acquisti online, fare shopping è un atto perfettamente normale e quotidiano, e la linea di demarcazione tra il semplice amante e il soggetto patologico può essere veramente labile.

Uno studio a cura dell’Università di Bergen, in collaborazione con quella di Stanford, l’Ucla e la Nottingham Trent University, e coordinato dalla dottoressa Cecilie Schou Andreassen, pubblicato su Frontiers in Psychology, ha individuato alcune caratteristiche salienti e i principali tratti personali che possono portare all'insorgere di questo disturbo. Tra i soggetti più a rischio ci sarebbero innanzitutto le donne, specialmente in giovani, tra la tarda adolescenza e la prima età adulta. Inoltre la sindrome da acquisto compulsivo sarebbe associata a caratteri ansiosi e introversi, che tendono a cercare emozioni positive e sicurezza.

Lo studio individua anche sette segnali d'allarme per riconoscere tempestivamente il problema e distinguerlo da una semplice passione per lo shopping. Innanzitutto chi soffre di questo disturbo tende a pensare in modo continuo a fare acquisti. Di solito lo fa per migliorare l'umore e calmare sentimenti negativi, e tende a dedicarvi talmente tanto tempo da compromettere altre attività, anche importanti come il lavoro o la scuola. Inoltre, le quantità di oggetti da fare propri per sentirsi soddisfatti tendono a diventare sempre maggiori, e porre un freno risulta impossibile per quanto ci si provi. Il dipendente dallo shopping, poi, tende a comprare così tanto da superare di gran lunga i propri bisogni e le proprie potenzialità economiche, e a sentirsi male, anche fisicamente, se qualcosa gli impedisce di fare acquisti.

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