Si rifiuta di indossare i tacchi a lavoro, viene mandata a casa perché “poco femminile”
Nicola Thorp ha 27 anni, è un’attrice, è apparsa anche nel telefilm “Doctor Who” ma va alla ricerca di un lavoro più stabile. Si è iscritta dunque a un'agenzia di lavoro interinale, che in poco tempo le ha procurato un colloquio per la posizione di receptionist presso l’azienda PricewaterhouseCoopers.
La cosa assurda, però, è che è stata scartata perché si è presentata con le scarpe basse e un abbigliamento considerato “poco femminile”. “Mi hanno detto che avrei dovuto indossare dei tacchi alti. Potevo uscire e comprare delle nuove calzature oppure sarei potuta tornare anche a casa”, ha spiegato la ragazza, alla quale è stato consigliato anche di indossare una gonna. Nel momento in cui Nicola ha chiesto spiegazioni al capo per l’assurda decisione, quest’ultimo ha risposto che si tratta di una politica aziendale: le donne devono indossare tacchi di almeno 5 cm. Indignata per la cosa, la ragazza ha lanciato una petizione che chiede l’abolizione di tutte le regole in fatto di abbigliamento sul posto di lavoro, che non fanno altro che aumentare i fenomeni di discriminazione e sessismo.
Credeva che il nuovo lavoro consisteva nel salutare e assistere i clienti, non era pronta per restare in piedi sui tacchi per un’intera giornata. Ciò che chiede è che le donne non accettino più di adeguarsi a stereotipi tanto obsoleti e che comincino finalmente a ribellarsi. Solo in questo modo riusciranno finalmente a far rispettare i loro diritti. Indossare tacchi alti per essere più femminili sul lavoro non solo è una forma di sessismo ma anche una vera e propria tortura e dovrebbe essere vietato.