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Si fa pagare per dormire con i clienti: Yuki lavora nei “bar delle coccole”

Yuki è una ragazza di 22 anni e lavora in un “cosleeping shop”. Si fa pagare da sconosciuti per dormirci insieme e coccolarli, senza farci sesso. Si tratta di veri e propri “bar delle coccole” che danno la possibilità alle persone sole di avere una compagnia notturna.
A cura di Valeria Paglionico
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Yuki ha 22 anni, viene da Tokio, studia comunicazione ed è una ragazza graziosa e minuta. Per pagarsi gli studi, ha deciso di dedicarsi ad un’attività molto particolare. E’ diventata infatti una cosleeper e si fa pagare per dormire con qualcuno. Il cosleeping è una moda che negli ultimi anni si è diffusa moltissimo in Giappone.

A dispetto di quanto si potrebbe pensare non ha nulla a che vedere con il sesso e con la trasgressione, ma permette semplicemente a tutte le persone sole di avere una compagnia notturna. Il primo negozio è stato aperto da Masashi Coda, si chiama Soineya e si trova nel distretto di Akihabara della capitale giapponese. La 22enne Yuki lavora lì ed è felice di coccolare e condividere con dei perfetti sconosciuti il suo letto. “L’obiettivo è alleviare un po’ la solitudine e la vita frenetica di chi lavora 12 ore al giorno e magari arriva a sera e a casa non ha nessuno con cui rilassarsi o con cui condividere la giornata”, ha spiegato la ragazza. I cosiddetti “cospleeping shop” oggi vengono infatti chiamati “cuddle caffè”, cioè i caffè delle coccole. I servizi offerti hanno tariffe differenti: la tessera d’iscrizione costa circa 20 euro, 30 minuti costano 30 euro, mentre 10 ore quasi 500 euro.

Per le carezze sulla schiena, gli abbracci o per i massaggi ai piedi si pagano dei supplementi dai 10 ai 20 euro. Le ragazze indossano dei pigiami rosa, le stanze sono piccole, piene di peluche e luci colorare. Il sesso è assolutamente vietato. Yuki ha raccontato che alcuni clienti le fanno tenerezze, sono timidi e vogliono avere solo un po’ d’affetto da una ragazza. In una società frenetica come quella giapponese è difficile costruire dei rapporti sociali ed è proprio per quelli che non vogliono rinunciare alle coccole che sono nati i “cuddle caffè”.

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