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Si dice direttore d’orchestra o direttrice? L’Accademia della Crusca risponde a Beatrice Venezi

Le parole di Beatrice Venezi sul palco di Sanremo hanno spaccato il pubblico: la sua scelta di definirsi “direttore d’orchestra”, al maschile, ha suscitato molte polemiche. Non si tratta di una questione solo grammaticale, ma culturale e storica. Il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, spiega il perché della scelta.
A cura di Beatrice Manca
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"La posizione, il mestiere ha un nome preciso e nel mio caso è quello di direttore d’orchestra". Con queste parole Beatrice Venezi, ospite al Festival di Sanremo, ha sollevato un turbinio di polemiche. Da una parte c'è chi ha lodato l'uso del maschile come una ribellione al politicamente corretto, dall'altra chi ha criticato questa scelta, come se il femminile "sminuisse" la professione anziché esaltarla. E c'è chi la considera una grande occasione persa. La questione intreccia vari aspetti: da quello culturale a quello prettamente grammaticale. Per moltissimi anni infatti a dirigere l'orchestra ci sono stati sono uomini (preferibilmente canuti) mentre le donne erano molto rare. Ma le cose stanno rapidamente cambiando: dunque, come chiamarle? Su questo argomento è intervenuta anche l'Accademia della Crusca.

Direttore o direttrice? Il parere del presidente della Crusca 

Le parole che indicano le professioni nella categoria dei "nomina agentis". Molti nomi di professioni sono tradizionalmente maschili per una ragione storica: perché solo gli uomini facevano quel lavoro. Il minatore, l'avvocato, il notaio, il ministro. Ma anche se viene usata meno, la lingua prevede una variante femminile:  in italiano quindi esiste il "direttore" così come esiste la "direttrice". Intervistato da Vanity Fair, il presidente dell'Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, spiega perché i due termini non vengono percepiti come equivalente

Un direttore d’orchestra tende a sentirsi molto diverso da un direttore di un’altra istituzione, come una scuola o un ufficio pubblico. Una direttrice ancora di più perché associa con maggiore forza il termine direttrice alla scuola. È evidente che chi sostiene la modifica del linguaggio di genere risponde che nel giro di qualche anno l’estensione semantica della parola direttrice farà sì che questo problema sia superato. E probabilmente accadrà. Ma evidentemente la sensibilità della Venezi la rende un po’ allergica a questa parola e io non lo trovo strano.

Le sfumature di significato al maschile e al femminile

Esattamente come per molte altre parole, nell'uso comune il femminile prende una sfumatura diversa dal maschile. Il segretario è un ruolo importante (Segretario di Stato o di un partito) mentre la segretaria è poco più che un'assistente. Il maestro è un arista (un direttore d'orchestra o un pittore, ad esempio) mentre la maestra generalmente insegna alla scuola elementare. Tuttavia la lingua si evolve: la Venezi non è la prima donna a ricoprire questa posizione. Solo per restare nei confini nazionali si possono citare esempi brillanti come Speranza Scappucci, Maria Luisa Macellaro La Franca, Gianna Fratta, Carla Delfrate e Stefania Rinaldi (ma l'elenco sarebbe lungo). La soluzione adottata dalla Venezi esiste nella lingua italiana e risponde al nome di "maschile inclusivo o non marcato". Nel corso della stessa intervista però Marazzini ha espresso anche una sua preferenza personale: "A me verrebbe naturale, vedendo una donna sul podio, dire che è una direttrice d’orchestra".

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