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Saint Laurent Paris, un “urlo” grunge che sconvolge la moda

Sulla passerella di Saint Laurent Paris sfila una collezione Autunno/Inverno 2013-14 che non ha nulla a che vedere con lo stile e l’eleganza della storica maison francese. Hedi Slimane lancia il suo “grido” grunge che appare troppo ruvido ed eccessivo.
A cura di Marco Casola
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Se il rimpianto Yves potesse vedere cosa ne è stato della sua storica maison certamente non sarebbe felice. Il grande designer si starà rivoltando nella tomba dopo aver visto in passerella l'ultima collezione Autunno/Inverno 2013-14 disegnata da Hedi Slimane per Saint Laurent Paris. Il nuovo direttore creativo propone una collection che non ha niente a che fare con lo stile della griffe francese, Slimane più che all'eleganza della rive gauche si ispira ad un gruppetto di ragazzine grunge che acquistano i propri abiti in un mercatino dell'usato. Prendere spunto dalle tendenze street è il modo migliore per avvicinarsi ad un pubblico giovanile e aumentare gli introiti, ma non c'è niente di originale ed innovativo nel riproporre lo stile trasandato e sciatto di rock star anni '90 come Courtney Love.

Saint Laurent e "il grido" grunge di SlimaneCome Balenciaga anche Saint Laurent guarda al mercato, vanno dunque all'aria anni e anni di tradizione che hanno reso grande un marchio, meglio puntare su un target nuovo che possa fruttare di più. Slimane è senza dubbio un artista di grande talento ma forse questa volta si è spinto troppo oltre. La nuova collezione invernale è troppo ruvida, raccoglie i simboli dello stile grunge in maniera eccessiva: maglioni larghi e sdruciti, calze a rete, camicioni a quadri e anfibi borchiati sono i protagonisti del fashion show. In passerella sfilano mini abiti fiorati abbinati cardigan tartan, fanno la loro comparsa capi in lurex o paillette e mini gonne in pelle nera, non c'è spazio per vestiti lunghi da sera, per tacchi alti, gioielli e borsette. Slimane cerca di portare sotto gli occhi di tutti una provocazione, un grido contro il bon ton della moda parigina. Avremmo accolto volentieri questa "rivoluzione" se solo fosse stata in grado di proporre un reale cambiamento.

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