“Rinuncerei a mio figlio senza batter ciglio”: le mamme pentite raccontano il loro disagio
La maternità viene considerata uno dei momenti più belli nella vita di una donna. Portare in grembo un bimbo per nove mesi, darlo alla luce e vederlo crescere giorno dopo giorno è un’esperienza meravigliosa, peccato solo che non tutte la pensano in questo modo. La sociologa israeliana Orna Donath, ricercatrice della Ben Gurion University ed autrice del saggio accademico “Regretting Motherhood”, ha raccontato le storie di 23 donne che hanno ammesso di essersi pentite di aver avuto un figlio.
Alcune hanno due bambini, altre tre, alcune sono uno ma ciò che le accomuna è un sentimento di rimpianto. Tutte, se tornassero indietro, non vorrebbero diventare mamme. Doreen, ad esempio, è una madre divorziata di 3 figli, ha 38 anni ed ha dichiarato: “Rinuncerei a loro. Senza battere ciglio. Ed è difficile per me dirlo, perché li amo immensamente”. La cosa, naturalmente, ha scatenato un dibattito social molto acceso su un tema considerato un tabù fino ad ora. L’obiettivo della sociologa è dimostrare che a fare una donna non è semplicemente il suo apparato riproduttivo e che non bisognerebbe giudicare una persona di sesso femminile in base al suo desiderio di diventare o meno genitore.
I casi di “mamme pentite” sono molti di più di quanto si possa immaginare. A differenza di quanto si crede, queste amano i propri figli ma ci penserebbero su due volte prima di ripetere l’esperienza poiché hanno capito di vivere con disagio la maternità. Ciò che tutte le donne dovrebbero sapere prima di mettere al mondo un figlio è che questo non riesce a cancellare il proprio passato, quello che si è state e il proprio io precedente alla gravidanza.