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Rientro in classe dopo il lockdown: le 5 regole della psicologa per una ripartenza a scuola serena

La scuola finalmente riapre: ma come spiegare ai bambini quali sono le regole da seguire senza provocargli ansie e paure? La professoressa Simonetta Gentile, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, spiega quali sono le regole da seguire per far sì che il rientro a scuola sia il più sereno possibile.
Intervista a Prof.ssa Simonetta Gentile
Psicologa e psicoterapeuta dell'età evolutiva, docente presso l'Università LUMSA di Roma
A cura di Francesca Parlato
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La scuola finalmente sta per ripartire. E mentre gli esperti e i comitati tecnici si concentrano su mascherine, banchi monoposto e sanificazione degli ambienti, i genitori di bambini e adolescenti sono preoccupati per lo stato emotivo dei propri figli. Dopo quasi sei mesi a casa, tra lockdown e vacanze estive, affrontare il rientro in aula potrebbe infatti non essere semplice. "È vero, c'è molto allarmismo da parte dei genitori. Sui social sono tanti a manifestare le loro preoccupazioni. Ma se prepariamo adeguatamente i nostri bambini, la maggior parte delle difficoltà potrà essere facilmente superata" ha spiegato a Fanpage.it la professoressa Simonetta Gentile, psicologa e psicoterapeuta dell'età evolutiva, docente presso l'Università LUMSA di Roma – "Non esiste una ricetta universale. Ma basta fare attenzione ad alcuni aspetti fondamentali come il rapporto con i mezzi di comunicazione e l'atteggiamento del genitore per far sì che il rientro in classe sia il più sereno possibile". 

1. Rassicuriamo i nostri bambini

Un bambino se ne accorge subito, dal tono di voce, dallo sguardo, capisce al volo quale è lo stato emotivo dei genitori: "Anche se spieghiamo concetti complessi, il bambino riesce sempre a intuire quale è lo stato d'animo della madre o del padre. Per questo è importante essere fiduciosi e infondere serenità. Spieghiamo loro che ci sono delle regole da seguire ma che intorno a loro ci sono degli adulti che sanno cosa stanno facendo, che li stanno proteggendo". I bambini un po' più grandi, quelli in età scolare, a cui è più chiaro il concetto di virus e di trasmissione di una malattia, possono essere coinvolti anche in maniera più attiva: "Facciamoli sentire parte di una comunità. Spieghiamo che rispettare le regole è importante per la loro salute e per quella collettiva. Cerchiamo di creare in loro anche la fiducia verso l'atteggiamento sociale. Sentirsi parte di una comunità è importantissimo perché li farà sentire più sicuri e più forti. Evitiamo di creare dei conflitti". 

2. Evitare una sovraesposizione alle informazioni

Quotidiani online, telegiornali, social, radio: i bambini assorbono tutte le informazioni che sentono. Avere un televisore acceso 24 ore su 24 su notizie e aggiornamenti sul Coronavirus può rivelarsi assolutamente controproducente. "Evitiamo la sovraesposizione alle informazioni. Il telegiornale non deve essere la prima cosa che i bambini vedono al mattino presto e neanche l'ultima prima di andare a dormire. Il mio consiglio è anche evitare di vedere il telegiornale a ora di cena, sfruttiamo questo momento per stare tutti insieme in famiglia, cerchiamo di godercelo al massimo. L'informazione è fondamentale ma non deve essere onnipresente. Cerchiamo sempre di fare capire ai nostri bambini che il virus c'è ma possiamo tenerlo sotto controllo". 

3. Ripristinare le buone abitudini

Con il lockdown molte abitudini sono sparite: "Ripristinare delle regole precise è fondamentale. Manteniamo la rotta e abituiamo i bambini, anche i più piccoli, a guardare calendario e orologio. Diventerà anche un esercizio per migliorare la loro comprensione logico matematica. Possiamo anche fare dei cartelloni per ‘schedulare' le attività della giornata". E poi diamo ai più piccoli anche dei compiti da svolgere, come ad esempio prepararsi il proprio zainetto. "L'autonomia dei bambini passa anche da questo: può essere molto soddisfacente per loro svolgere delle attività che solitamente fanno gli adulti, come prendersi cura delle proprie cose e esserne responsabili. Ma attenzione a non esagerare con le gratificazioni: non eccediamo quando non è necessario, riconosciamo ai bambini ciò che gli spetta quando hanno davvero raggiunto l'obiettivo". 

4. Come mandare via la paura

La paura, sia negli adulti che nei bambini, arriva quando non si conosce ciò che si aspetta. Per tutti i bambini che hanno timore di iniziare la scuola, di incontrare la maestra o i compagni può essere funzionale creare un contatto prima di entrare in aula: "La conoscenza sconfigge la paura. Tutto ciò che è prevedibile e conosciuto per i bambini risulterà normale, non li spaventerà. Per questo motivo può essere molto utile che i genitori e anche i più piccoli (soprattutto per chi frequenterà la prima elementare) fare una conoscenza preliminare sia dell'insegnante che della scuola e dell'ambiente circostante". E anche incontrare i compagni di classe qualche giorno prima potrebbe essere una buona idea: "Può essere molto utile, ma attenzione a far rispettare le regole. Se i bambini si incontrano fuori dal contesto scolastico e non rispettano le regole, come distanziamento e mascherine, sarà poi molto complicato fargliele rispettare a scuola". Attenzione allora a mandare dei messaggi che possano confondere i bambini: poche regole ma precise e inequivocabili.

5. Attenzione agli adolescenti

Gli adolescenti sono forse coloro che più hanno patito il lockdown. E sono anche coloro che si ritroveranno a seguire delle regole più rigide all'interno della scuola. "Abbiamo sempre un'idea molto romantica dell'adolescenza – spiega la psicologa – La ribellione, lo stato d'animo in perenne lotta. In realtà negli adolescenti c'è un evento neurobiologico molto importante che condiziona i loro comportamenti: la non completa maturazione della corteccia prefrontale. Si tratta dell'area del cervello che ci permette di riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni e di avere il controllo sulle nostre emozioni. E negli adolescenti questa zona non è completamente sviluppata. Per questo tendono a trasgredire, a non rispettare le regole". Il lavoro sugli adolescenti quindi deve essere ancora più accurato: "Coinvolgiamoli, informiamoli, facciamo capire loro che possono essere d'aiuto con i loro comportamenti non solo a se stessi, ma anche alla società".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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