Perché nei film a una donna basta togliere gli occhiali per diventare bellissima?
Quante volte i film hollywoodiani ci hanno raccontato storie di ragazze bruttine e secchione che scoprono di avere un incredibile sex appeal nel momento in cui qualcuno le spinge a togliere gli occhiali? E’ un cliché che ancora oggi viene proposto e che, incredibilmente, riesce a far impazzire milioni di spettatori, anche se non sempre rispecchia la realtà.
Ad aver portato l’attenzione su un fenomeno simile è un utente Twitter, Andrew Porwitzky, del New Mexico, che di recente si è imbattuto in una critica a questa abitudine hollywoodiana, elaborata da Isaac Asimov nel suo saggio "The Cult of Ignorance". Lo scrittore ha spiegato che è assolutamente ridicolo pensare che una donna “brutta” cambi completamente il suo aspetto nel momento in cui toglie gli occhiali, accorgendosi di non essere riuscita a esaltare il suo splendore solo a causa di quell’accessorio e di poter far innamorare decine di uomini servendosi semplicemente delle lenti a contatto. "Esiste una persona tanto ottusa da non accorgersi che la presenza degli occhiali non rovina in alcun modo la bellezza di Laura", si legge nel saggio.
E' chiaro dunque che la realtà è ben diversa da quella raccontata nei film. In questi ultimi, gli occhiali vengono utilizzati solo come simbolo di intelligenza e, di conseguenza, è come se si portasse avanti il luogo comune secondo cui una donna non può avere contemporaneamente bellezza e cervello. Il post di Andrew è stato condiviso più di 14.000 volte, segno del fatto che sono moltissimi coloro che si sono stancati di continuare a vedere nei film questo cliché antiquato. E' arrivato il momento di capire che donne belle e intelligenti esistono per davvero e che gli occhiali non riescono a nascondere il loro splendore.