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Perché ai matrimoni le damigelle si vestono tutte uguali? La curiosa origine della tradizione

La tradizione anglosassone sta prendendo piede anche in Italia: le amiche della sposa con abiti coordinati o dello stesso colore. Nell’antichità gli abiti uguali non avevano una funzione scenografica, ma di “protezione”. Solo dopo il matrimonio della regina Vittoria le spose hanno iniziato a indossare il bianco, differenziando il proprio abito da quello delle amiche.
A cura di Beatrice Manca
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Non c'è nessun evento pieno di tradizioni come un matrimonio: dalla proposta in ginocchio all'addio al nubilato, fino alla giarrettiera e al tocco di blu. Tutto segue un cerimoniale ben codificato, spesso anche molto antico. Una tradizione che in Italia sta prendendo piede è quella delle damigelle in abiti coordinati: le abbiamo spesso viste nei film e nelle serie tv statunitensi, ma la tradizione in realtà arriva da un'epoca antichissima e serviva a garantire "protezione" alla spose dai rivali della famiglia o dagli spiriti maligni.

L'origine delle damigelle d'onore

La versione più accreditata fa risalire l'origine delle damigelle d'onore all'Antica Roma, ma già nella Bibbia si parla di schiave che accompagnano la sposa. Una teoria molto suggestiva, ma ancora in corso di dibattito, suggerisce che queste ragazze dovessero vestirsi come la sposa per "confondere" gli spiriti maligni che avrebbero potuto prendere di mira la sposa nel suo giorno felice. Nell'Antica Roma infatti si immaginava che i lieti eventi attirassero invidie o vendette da parte delle divinità. Oltre agli spiriti, le damigelle identiche alla sposa pare servissero anche come "esche" per sviare l'attenzione di possibili malintenzionati: pretendenti scartati o nemici della famiglia in cerca di vendetta, che avrebbero potuto rapire o far del male alla sposa. Questo però non spiega perché poi le damigelle vestano uguali, ma la sposa indossi l'abito bianco. Per capire questo cambiamento bisogna risalire al 1840, il giorno del matrimonio della regina Vittoria e del principe Alberto. Fu lei la prima a vestirsi di bianco, imponendo quella che sarebbe diventata la norma nei secoli successivi. Non tanto come simbolo di purezza, ma per mostrare la foggia del vestito e l'elaborato disegno in pizzo. A quel punto si assicurò che nessuna delle dame che l'accompagnavano la superasse con un abito più bello o più sfarzoso. Gli abiti delle sue accompagnatrici quindi furono stabiliti a priori, e la tradizione restò viva nel tempo.

Damigelle nel 1910
Damigelle nel 1910

Perché le damigelle hanno gli abiti dello stesso colore

Oggi le spose difficilmente cercano la protezione dagli spiriti malvagi: ci sono ragioni più pratiche per far vestire le damigelle tutte uguali. La prima è per il colpo d'occhio: nelle foto e durante il ricevimento vedere un gruppo di donne con abiti dello stesso colore è un elemento molto scenografico e permette subito di distinguere chi sono le donne più vicine alla sposa. Una specie di status symbol. Per alcune spose, un altro motivo è esercitare una forma di controllo e non rischiare brutte sorprese dell'ultimo minuto: esattamente come per la regina Vittoria, alcune spose vogliono essere sicure di non ‘sfigurare'. Magari non si fidano del buon gusto delle amiche o temono scivoloni di stile o abiti poco adatti. Il rovescio della medaglia però è che così di fatto si limita la libertà delle ospiti, imponendo un abito che magari non incontra il gusto di chi lo indossa o che supera il budget previsto. Trovare un modello e un colore che stia bene a quattro o cinque donne diverse diverse è un'impresa: per questo molte spose si limitano a suggerire un colore o un taglio che poi ogni damigella personalizzerà a seconda della sua fisicità. Tutte in lungo, ad esempio, o con abiti simili a stile impero, o tutte in rosa. Questo può essere un buon compromesso, ma deve essere solo un suggerimento e non un obbligo. Il matrimonio dovrebbe essere un giorno felice per tutti, anche per le invitate.

Damigelle al matrimonio di Euan Blair, il figlio di Tony Blair
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