Parto prematuro: le cause, i sintomi e i consigli per prevenirlo
Il parto prematuro si ha quando una donna entra il travaglio tra la 20esima e la 37esima settimana di gravidanza, dove la durata di una gestazione normale è di circa 40 settimane. Il parto pre-termine può esporre i bambini a morti, a malattie neonatali a lunga prognosi, a disabilità a lungo termine poiché il feto, essendo nato prima del termine previsto, non ha completato lo sviluppo di organi come cervello, polmoni e fegato all'interno del grembo materno. Anche quando si supera la prima fase "critica", i neonati possono continuare ad avere dei problemi una volta cresciuti come ritardi nello sviluppo o problemi di apprendimento. Secondo i dati ufficiali, sarebbero 15 milioni i bambini che ogni anno nascono prematuri e circa un milione di loro non riesce a sopravvivere. In Italia, i parti prematuri sono circa il 7% delle nascite totali.
Cause
Le cause che portano una donna a partorire prematuramente non sono ancora del tutto chiare, anche se è possibile individuare tre situazioni in cui può verificarsi una cosa simile. Il parto prematuro può essere spontaneo, indotto per ragioni mediche oppure indotto per una scelta presa durante la programmazione del cesareo. Le categorie più a rischio sono quelle che in passato hanno avuto già un parto prematuro, che aspettano due o più gemelli, con problemi all'utero o al collo dell'utero, che hanno più di 35 anni o meno di 18. Ad aumentare la possibilità di andare incontro a una nascita prematura è lo stile di vita sbagliato. Assenza di cure, fumo, alcol, droghe, violenza domestica, stress, orari di lavoro prolungati potrebbero incidere sul momento in cui si entra in travaglio, anticipandolo rispetto al previsto. A volte, inoltre, potrebbe essere causato da alcune patologie e disturbi contratti durante la gravidanza come infezioni dell’apparato urinario, infezioni vaginali, diabete, ipertensione, sottopeso, obesità, placenta previa, fibromi uterini. E' importante sapere che appartenere a queste categorie a rischio non significa che si metterà di sicuro al mondo il figlio prima del termine, ma è importante tenere sotto controllo la propria gravidanza, così da evitare possibili inconvenienti.
Sintomi
Le future mamme che stanno per avere un parto prematuro presentano una serie di sintomi ben precisi tra la 20esima e la 37esima settimana di gravidanza. Innanzitutto, hanno delle contrazioni almeno ogni 10 minuti e sentono la loro pancia contrarsi con una certa regolarità. Hanno perdite vaginali insolite, pressione pelvica, crampi addominali, dolore alla parte bassa della schiena e, a volte, anche rottura delle acque. In casi come questi, è necessario chiamare immediatamente il pronto soccorso, evitando di sottovalutare la situazione. Anche se per una donna incinta è normale avvertire delle contrazioni durante la dolce attesa, quando diventano troppo frequenti provocano la dilatazione della cervice, cosa che porta al parto. Quando si notano dei sintomi diversi o più intensi rispetto al solito, sarebbe bene, dunque, rivolgersi il prima possibile a degli specialisti.
Cure e rimedi per prevenirlo
Prevenire il parto prematuro con delle terapie specifiche non è semplice, visto che le cause che portano a un evento simile non sono state individuate a pieno. E' fondamentale farsi seguire da un medico durante l'intera gestazione, così da prevenire la comparsa di qualsiasi problema, e comunicare ogni sintomo anomalo, così da tenere sotto controllo un possibile disturbo sospetto. Per quanto riguarda lo stile di vita, è consigliabile evitare l'uso di alcolici e di droghe, di mangiare in modo sano ed equilibrato. Gli unici farmaci capaci di supportare la gravidanza sono quelli a base di progesterone oppure quelli che favoriscono lo sviluppo del feto, ma devono essere sempre prescritti dal proprio medico. Esistono inoltre anche dei prodotti che riducono o bloccano le contrazioni uterine, a patto che siano somministrati con tempestività appena si avvertono le prime doglie. In caso di problemi alla cervice, è possibile ricorrere a un intervento chirurgico chiamato cerchiaggio, capace di chiudere l’apertura in modo più efficace.