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Ornella Barra e Marina Berlusconi: le due italiane tra le 50 donne più potenti al mondo

La rivista “Fortune” ha stilato la classifica delle 50 donne più potenti al mondo al di fuori degli Stati Uniti. Ornella Barra e Marina Berlusconi sono le uniche due italiane presenti nella lista, distintesi per la loro capacità di aver creato dei veri e propri imperi.
A cura di Valeria Paglionico
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La rivista "Fortune" ha stilato la classifica delle 50 donne più potenti al mondo al di fuori degli Stati Uniti e, incredibilmente, anche alcune italiane hanno raggiunto ottimi risultati. Il primo posto se lo è aggiudicato Ana Botin, la 55enne presidente esecutivo dello spagnolo Banco Santander, il secondo è andato invece ad Arundhati Bhattacharya, presidente della State Bank of India, mentre il terzo a Isabelle Kocher, Ceo della compagnia elettrica francese Engie.

Al decimo posto è comparsa la prima italiana, Ornella Barra, co-direttore operativo di Walgreens boots alliance, colosso della commercializzazione di medicinali e del benessere guidato dall'italiano Stefano Pessina. L'imprenditrice ha cominciato la sua carriera come farmacista, costruendo una piccola azienda prima di decidere di fonderla con quella di Pessina negli anni Ottanta. E' riuscita però a essere promossa per tre volte in tre anni, entrando nella lista di "Fortune" tra le prime 15 posizioni fin dal 2010. Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e di Mondadori, ha perso invece moltissime posizioni poiché sta facendo fatica a fronteggiare la concorrenza delle realtà digitali emergenti e a consolidare l'impero di famiglia nei media e nell'intrattenimento.

Anche se è presente in classifica dal 2001, lo scorso anno la figlia di Silvio era al 22esimo posto, questa volta si è  inveceaggiudicata il 49esimo. Rispetto al 2015, le italiane hanno perso qualche posizione, una cosa assolutamente normale, visto che l'area geografica presa in considerazione è molto più vasta e non si limita più solo ad Europa, Medio Oriente e Africa. Non è un caso dunque che la nuova classifica sia composta per il 16% da nomi nuovi.

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