Nuda con i suoi due figli e censurata da Facebook, è polemica
Anastasia Chernyavsky è una fotografa professionista russa, che da circa sette anni si è trasferita nella vivacità hipster di San Francisco. Lavora molto, come mostra il suo portfolio, su ritratti di bambini e mamme, anche in gravidanza o in allattamento, preferibilmente insieme, e fondamentalmente non c'è un motivo perché lo faccia. Probabilmente se glielo chiederete personalmente, vi risponderà come ha fatto sul portale cileno The Clinic, senza nessun tipo di problema: "Mi piace fare foto". Tra tutti questi scatti, spunta fuori all'improvviso su Facebook, un suo autoscatto: è nuda, il seno è in evidente fase di allattamento, come mostra un rivolo di latte sul seno scoperto, ha la sua neonata in braccio e l'altra figlia, più grande, che l'abbraccia con gli occhi chiusi e l'aria sognante. La macchina usata, come mostra lo scatto, è una Zenit E, molto in voga negli anni Settanta.
La foto è di una forza dirompente, da alcuni giorni sui social non si parla d'altro, della "foto censurata da Facebook". Rubata dal suo blog e portata sul social network di Mark Zuckerberg, le segnalazioni sono state tantissime, il coro che si è sollevato, ovviamente, è diviso più che mai: da chi l'accusa di essere incosciente a quelli che invece la trovano tenera e ne vorrebbero una copia in salotto, da chi l'accusa di aver istigato i pedofili a quanti invece, a guardarla, provano un senso di pace mai provato prima. Succede quindi che, come l'assunto warholiano vuole, Anastasia Chernyasky da brava ma scnosciuta fotografa, diventi richiestissima. Tutti, adesso, vogliono l'autoscatto "censurato da Facebook".
E' uno scatto immorale? Se, però, la foto (che risale a quattro anni fa, ma che sta girando solo ora) è stata censurata dal social network, vuol dire che ha incontrato moltissime resistenze e storture, a livello globale. Cadere nell'errore di giocare alla caccia alle streghe è facile quanto rispondersi con il semplicistico "ma è una foto artistica", indicando con il ditino, i bacchettoni della rete. E' giusto forse, invece, chiedersi: dove finisce il confine tra morale/immorale in un concetto arte/non arte? Qual è il limite per cui un nudo, non è più arte? L'autrice, a queste domande, ha risposto così:
Di solito, non si è molto educati e si guardano le cose superficialmente, senza nessun apprezzamento per l'arte. Forse per mancanza di buoni insegnamenti, per mancanza di istruzione, o perché no, di buoni rapporti in famiglia. Sono abituata al pensiero della massa distorto sulle foto di nudo con donne e bambini. Io credo che se qualcuno ci vede qualcosa di sporco nelle mie foto, lo è la sua percezione, non la mia fotografia. Se non si riconosce ciò che è arte, da ciò che non è, non è certo colpa mia.
Mentre la rete si dispera, cercando risposte e prendendo posizioni, c'è una sola certezza: Anastasia Chernyavsky ha aumentato la sua popolarità mostrando un momento di vita privata, sicuramente emozionante, ma probabilmente inadatto per la sfera pubblica.