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Moda, addio a Braccialini: dichiarato il fallimento della storica azienda di Firenze

Il tribunale del capoluogo toscano ha dichiarato il fallimento della storica azienda di borse e accessori. l marchio Braccialini, invece, vive ancora in Graziella Group che lo acquisì nel 2017 rilevandone produzione, maestranze storiche e commercializzazione degli articoli in pelle.
A cura di Ida Artiaco
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Addio alle borse e agli accessori marchiati Braccialini spa: il tribunale di Firenze ha infatti dichiarato il fallimento della storica azienda, revocando l'ammissione al concordato preventivo e rigettando la domanda di omologa, presentato dal penultimo cda nel giugno del 2016. Il marchio Braccialini, invece, vive ancora in Graziella Group che lo acquisì nel 2017 rilevandone produzione, maestranze storiche e commercializzazione degli articoli in pelle. Per i giudici c'è "una notevole alea rispetto a partite essenziali di attivo e passivo" e "plurime incertezze gravano sul concordato". Quindi "non può ritenersi assicurato il pagamento del 20% minimo ai creditori".

Dunque, allo stato attuale, Graziella Group prosegue l'attività dei marchi Braccialini e Tua, acquistati nel 2017. Mentre alla società originaria Braccialini, fallita, restano immobili, magazzino e marchi rimasti dalla precedente operazione. Oltre alle difficoltà dovute alla crisi economica che ha colpito l'azienda negli ultimi anni, il tribunale fallimentare di Firenze, nel decreto in cui respinge la richiesta di concordato preventivo, ha anche sottolineato un altro aspetto, e cioè che la casa di moda Braccialini spa avrebbe preso accordi con quattro fornitori, tutti cinesi, "relativi a duplicazioni di fatture e pagamento per la spalmatura di debiti pregressi", già maturati con gli stessi quattro fornitori, rinnovando i rapporti con questi quattro creditori con nuove forniture.

Uno dei legali della Braccialini spa, l'avvocato Francesco D'Angelo, ha commentato il decreto del tribunale sottolineando "la trasparenza e la correttezza di questo consiglio d'amministrazione che ha ottenuto risultati significativi perseguendo sempre e solo l'interesse di tutti i creditori e i lavoratori". Bisogna ora capire le conseguenze che il fallimento dell'azienda potrebbero avere sull'inchiesta per bancarotta della procura di Firenze, in cui ci sono oltre 25 indagati, ossia i membri dei cda in carica tra il 2011 e il 2014 e i collegi dei revisori di quegli anni in cui maturarono le difficoltà dell'azienda. Tra questi, risultano i fratelli Massimo e Riccardo Braccialini, della famiglia fondatrice, poi usciti dall'azienda.

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