Milano Moda Uomo, la sfilata Dolce e Gabbana è un tributo a Baarìa
Sabato 16 gennaio si è tenuto a Milano l’appuntamento per la Moda Uomo dedicata alle collezioni autunno inverno 2010. Tra le tante maison che sfilavano sulle passerelle, quella che si è distinta maggiormente, per uno stile nuovo e rivoluzionario, è stata la nota maison italiana Dolce & Gabbana.
La collezione Dolce & Gabbana si ispira ad un colossal uscito da poco nelle sale, nonché il film “Baaria” di Giuseppe Tornatore. Un vero e proprio capolavoro, che come un antico affresco, ci propone un ritratto della Sicilia del ventesimo secolo, intriso di toni caldi, antichi e passati. La pellicola, come la collezione, ci racconta di un’isola che percorre diverse tappe storiche fondamentali, come il Fascismo, la guerra mondiale e la Mafia. Cosi la collezione del duo Made in Italy rende omaggio ad un grande successo, riportando sulle passerelle temi concreti, che vanno oltre le apparenze, i materialismi e la superficialità. Si punta tutto sulle radici, sul passato e sulla terra natìa. La voglia di appartenenza, il desiderio di casa e di affetto, e l’uomo cosi vive in un contesto reale, che va oltre la massa, i media e i trend omologati. Secondo quanto riferito da Dolce e Gabbana per La Stampa: “Fine dei trend omologati che durano troppo poco, la gente non li vuole più. Ha bisogno di tornare alle radici, ma senza nostalgia per costruire un nuovo tessuto, fatto di emozioni. I dettagli non sono importanti. Conta quel che ti fa sentire bene. Le scelte sono dettate da odori, suggestioni, colori, forme in cui riconoscersi”.
L’uomo ritorna ad esprimere la sua virilità, è rude, tutto d’un pezzo. Non ci sono dettagli curati, c’è la mascolinità e c’è la forza, e i vestiti non sono altro che l’espressione di questo ritorno alle radici. Sulle passerelle sfilano novanta modelli bellissimi tra cui David Gandy, testimonial della maison: sono genuini, barba incolta, privi di dettagli fashion ma solo uno sguardo profondo e quasi vissuto. Sembra che siano appena usciti dalla pellicola di Tornatore, e propongono capi che hanno ancora il gusto di campagna, di strade ricche di tufo e sabbia di una Sicilia antica, quella Sicilia che non si accosta al moderno, ma resta cullata nel suo mare. Un dettaglio che non può mancare, come un grande tributo da parte di Dolce e Gabbana all’isola, è la coppola. Rigorosamente nera, un marchio distintivo di appartenenza siciliana, carattere chiave di “masculo siculo”. Il colore che prevale è il nero, che a volte viene alleggerito dall’accostamento a tinte più delicate come il grigio e il beige, oppure abbinato al classico bianco delle camice. Un altro accessorio che si tinge di toni virili e duri sono le scarpe, realizzate da Armani e Ermenegildo Zegna, prevalentemente stivali consunti, sinonimo di lavoro e povertà. "Le radici, la tradizione – hanno detto Dolce e Gabbana – sono i simboli forti di tutta la collezione. Quanto vale un’emozione?" Un’emozione vale l’eternità, ed era ora che sulle passerelle iniziassero a sfilare tratti di vita vera, sulle note di Ennio Morricone.
Alessia Ferlito